La figura del Risk Manager in azienda: un ruolo strategico?

Frequentemente quando si parla di rischio in campo aziendale si  considerano sbagliando solo  i rischi tipici, legati cioè alla normale attività d’impresa, sottovalutando aspetti meno palesi che tuttavia possono condizionare l’andamento ed il risultato dell’azienda. Il rischio globale nelle aziende si può suddividere in rischi imprenditoriali o speculativi e rischi non competitivi. La prima tipologia di rischi rappresenta la ragion d’essere dell’impresa, i rischi della seconda invece, quando si verificano, spesso generano solo effetti negativi in grado, talvolta, di minare il conseguimento del reddito d’azienda. Tale pericolo dovrebbe spingere le aziende ad integrare il normale concetto di ‘sicurezza secondo gli obblighi di legge in Italia’ ad uno maggiormente integrato che vede nell’analisi dei rischi e del loro fronteggiamento un vero fattore di successo.

In estrema sintesi oggi la gestione dei rischi globali è una necessità per le imprese che vogliono crescere. In pratica la non eliminabilità dei rischi speculativi e l’inevitabile presenza di quelli non competitivi rende necessario prevedere in azienda una figura preposta unicamente alla gestione di tali ultimi rischi: il risk manager.

Tale manager avrà come  target e compito precipuo, la riduzione del profilo di rischio presente in azienda, mediante l’individuazione delle minacce, l’analisi degli strumenti atti ad eliminare effetti negativi e l’attuazione immediata delle misure più valide per contenere l’esposizione aziendale al rischio. Scendendo più in dettaglio al risk manager spetta quindi anche il compito di progettare ed implementare un efficace framework di enterprise risk management quale base di una efficace governance aziendale.

Di fatto l’attività di risk management è una pratica chiave alla base delle scelte strategiche aziendali. Nell’ambito di tali attività la figura del risk manager dovrà fronteggiare anche situazioni del tutto eventuali ma capaci come già detto di influenzare il positivo andamento aziendale quali ad esempio non esaustivo:

a) introduzione di nuove normative in campo di safety od ambientale, con introduzione di vincoli più stringenti;

b) sviluppo continuo di nuove tecnologie che comporta l’adozione di nuovi sistemi informatici tutti da valutare e testare;

c) turbolenze eventuali dell’ambiente socio economico in cui l’azienda si colloca …..tutti rischi non certamente speculativi e da contrastare comunque, anche con l’adozione di soluzioni spesso non a costo zero per l’impresa.

Quanto sopra descritto conferma che il ruolo del risk manager e soprattutto la metodologia applicata nell’impresa da quest’ultimo, dovrebbe appartenere non solo ad aziende di medie grandi dimensioni ma anche alle PMI, specie se queste ultime si contraddistinguono per  vocazione al business internazionale. E’ vero comunque che la limitazione delle risorse anche  economiche nelle PMI, rappresenta un fattore che può condizionare la creazione del ruolo del risk manager in azienda, in quanto quest’ultimo non risulterebbe finanziariamente conveniente, situazione che spesso spinge la proprietà aziendale a ricorrere ad figure esterne (consulenti) per soddisfare tale funzione.

Tale ultima eventualità comporta fatalmente per il dominus aziendale, la possibilità di scontrarsi con inefficienze del mercato, rimanendo quindi esposto al cosiddetto tradeoff tra competenze specialistiche (analisi e reale valutazione delle minacce aziendali) e la non idonea conoscenza della situazione della propria azienda quanto a rischi assumendi oppure già in corso.

L’attività del risk manager ha quindi indubbi effetti anche sulla creazione di valore in azienda per le imprese che ne fanno uso (specie se PMI)  poichè la protezione aziendale dai rischi influisce  positivamente sul risultato economico, sotto i più generali aspetti patrimoniali, reddituali e finanziari. Questi ultimi più importanti o corretti poichè collegano  il valore dell’impresa al valore dei suoi flussi di cassa.

In breve la figura del risk manager nelle imprese è da considerarsi come essenziale per tutte le aziende che desiderano una gestione integrata e completa di una serie di rischi che a titolo non certo esaustivo, possiamo elencare come legati, ai seguenti settori: operativo, sanitario, informatico, normativo, geo politico, strategico, finanziario, legale e giuridico.

Purtroppo  in Italia tale figura professionale, che ha una responsabilità trasversale alla intera governance aziendale, tarda tutt’ora ad essere adottata nelle imprese, a differenza di quanto avviene invece in numerosi paesi esteri dove tale manager (sia esso in organico ovvero consulente esterno di lungo periodo) svolge ormai da oltre un decennio la vigilanza sulla probabilità aziendale di subire dei danni e nel caso, di proporre soluzioni che riducano tali danni.

E’ un dato ormai  certo che il futuro di ogni azienda passi per la pianificazione e la gestione dei rischi attraverso attività di analisi, previsioni ed eventuali exit-strategies che sono ‘pane quotidiano’ del lavoro del Risk Manager!

Mario Sabato Financial & International Consultant

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