Le banche continuano ad erogare meno finanziamenti alle PMI.

I dati dello studio CISL: ricavi ed utili record nel terzo trimestre 2024 per le maggiori banche italiane.

Per i primi 5 gruppi bancari italiani il terzo trimestre dell’anno si e’ chiuso con ricavi ed utili in forte crescita, ma con il credito che segna una ulteriore battuta di arresto, dopo la diminuzione registrata nel corso del 2023 e proseguita ad inizio 2024, soprattutto nei confronti delle PMI. Nonostante i tassi in calo e gli impieghi in contrazione il margine di interesse segna un deciso aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno passato: questa e’ una contraddizione che non facilita certo investimenti e sviluppo economico.

Cosi’ emerge anche dall’analisi condotta dalla CISL, secondo cui gli impieghi che rappresentano effettivamente i prestiti alla economia reale, la riduzione e’ del3,8% in un anno una diminuzione pesante dopo quella registrata gia’ a fine 2023. Dall’analisi condotta dalla Fondazione Cisl a fronte di costi operativi sostanzialmente stabili la redditivita’ e’ sostenuta dal permanere di rettiche su crediti ( il Cd: contenzioso) che ha un incidenza bassa di soli 23 punti base.  Si arriva cosi’ ad un risultato netto complessivo di oltre 19 miliardi in 9 mesi, in crescita di oltre il 22% rispetto al 30 settembre 2023. Si registra un contenuto aumento del costo del personale nonostante gli aumenti del nuovo contratto di lavoro perche’ in calo il numero degli occupati del settore. Questo e’ l’effetto della chiusura degli sportelli: la cosiddetta desertificazione bancaria che riguarda ormai una percentuale rilevante dei comuni italiani, soprattutto rurali e montani.

Altro punto molto positivo da segnalare e’ la qualita’ del credito, con una incidenza minima dei crediti deteriorati netti. Risulta sostanzialmente stabile la raccolta diretta con aumento significativo della raccolta indiretta. Ora puo’ essere importante fare una valutazione sulla possibilita’ complessiva della nostra economia nazionale (PIL e occupazione). Sappiamo che il prodotto interno lordo e la base occupazionale crescono soprattutto con l’aumento degli investimenti produttivi delle imprese. E’ notorio anche che le aziende per investire hanno necessita’ del credito, in particolare a medio lungo termine. Soprattutto l’esigenza risulta fondamentale per le PMI, che rappresentano la stragrande maggioranza del tessuto imprenditoriale nazionale (oltre il 90%).

Ora le PMI sono in larga parte sottocapitalizzate rispetto alle esigenze di crescita dimensionale: da queste considerazioni derivano la necessita’ e l’urgenza strategica che il ceto bancario risulti piu’ disponibile per tutte le imprese valide e meritevoli che intendono fare investimenti strutturali  …. ( il nostro e’ un sistema economico bancocentrico). La diminuzione del credito peraltro e’ un fenomeno del sistema bancario italiano e non trova riscontro negli altri paesi europei e quindi non puo’ essere giustificato dall’andamento del ciclo economico riflessivo, ossia con la diminuzione della domanda di credito. L’avversione al rischio di credito e’ preoccupante poiche’ le erogazioni rappresentano l’attivita’ principale, caratteristica, della intermediazione creditizia.

Concludendo oggi ci sarebbero le condizioni per attuare una offerta di credito mirata per stimolare e accompagnare gli investimenti, per favorire una trasformazione positiva dei sistemi produttivi all’altezza dei tempi e della concorrenza internazionale: tutto questo e’ certamente auspicabile in un ottica complessiva di sviluppo del nostro sistema paese e quindi anche a vantaggio delle banche stesse.           

Gianfranco Antognoli – Concredito

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