Si è svolto stamani a Firenze l’evento “Attacco al welfare toscano: le analisi e le proposte per salvarlo” dove gli attori del welfare integrato toscano (istituzioni, associazioni, cooperative sociali, imprese del Terzo Settore e sindacati) si sono trovati per la prima volta insieme per discutere delle problematiche del settore e fare proposte per risolverle. L’obiettivo è stato quello di sollecitare le Istituzioni, la Regione e gli enti pubblici in genere a cambiare rotta, con il fine di individuare una strada che possa essere sostenibile per tutti e soprattutto che garantisca servizi di qualità ai cittadini e benessere per lavoratori e imprese, a partire dal recepimento dei rinnovi dei contratti di lavoro.
A dare voce a questo confronto sono stati:
- il Coordinamento gestori RSA
- il Coordinamento gestori CdR-RDS
- Centrali Cooperative-Settore Sociale
- CEART (Coordinamento Enti Accreditati della Toscana)
- Pollicino (Coordinamento regionale su infanzia, adolescenza e famiglia)
- CNCA Toscana (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza)
- CNCM Toscana (Coordinamento Nazionale Comunità per Minori)
All’incontro erano presenti l’Assessore al Diritto alla salute e sanità Regione Toscana Simone Bezzini, l’Assessora alle Politiche sociali Regione Toscana Serena Spinelli, il Presidente del Consiglio regionale della Toscana Antonio Mazzeo, il Presidente della Terza Commissione CRT “Sanità e politiche sociali” Enrico Sostegni, il Presidente ANCI Toscana Matteo Biffoni e il Responsabile sanità e diritto alla salute del Partito Democratico Toscana Marco Niccolai, oltre che il segretario generale dello Spi Cgil Toscana Alessio Gramolati e il segretario generale di Fp Cgil Toscana Bruno Pacini.
Tra i temi affrontati ci sono stati i problemi che affliggono il sistema di welfare integrato della Toscana: le difficoltà a tenere insieme la sostenibilità economica e la qualità dei servizi, il ruolo che devono avere le cooperative sociali, gli enti del terzo settore e gli attori del welfare toscano. Sono solo erogatori di servizi destinati a comprimere i costi oppure soggetti che attraverso politiche attive sociali e del lavoro operano a pieno titolo nel sistema di welfare toscano? Qual’è il valore del lavoro sociale e quello di cura? Come agire parallelamente verso una futura innovazione organizzativa, tecnologica e sociale?
Tutti questi soggetti chiedono alle Istituzioni, Regione e ANCI Toscana in primis, se si vuole legittimare lo status di servizi pubblici di diversa qualità a seconda di chi li eroga e, soprattutto, se si vuole perpetuare il controverso tema delle gare d’appalto e dei bandi pubblici orientato alla logica del massimo ribasso, nonostante l’entrata in vigore di un nuovo codice degli appalti che riconosce gli incrementi contrattuali e stabilisce nuove regole, la carenza di professionisti e i dubbi sulla “amministrazione condivisa” che rischia di snaturare la co-progettazione e portare a servizi sempre più standardizzati e sempre meno personalizzati.
Tutti questi soggetti – alla luce dei dati riportati – evidenziano una crescente ed esponenziale domanda dei bisogni ma una progressiva e preoccupante diminuzione delle risorse e dei fondi destinati a coprire queste esigenze.
Per citare alcuni dati:
- 15.100 i posti letto totali nelle RSA di cui 11.800 accreditati-contrattualizzati e nel 2050 la previsione è di circa 5 milioni e mezzo di non autosufficienti
- 640 i posti letto nelle RSD, 500 posti diurni in 17 centri, l’incidenza dei disturbi psichiatrici è passato dal 15% al 40% e il numero di organico è rimasto invariato nel tempo
- 550 sono le cooperative sociali e oltre 3000 gli svantaggiati a livello regionale
- 751 posti accreditati residenziali e 77 diurni nelle Comunità accreditate del sistema C.E.A.R.T. che si occupa di dipendenze nella quale sono assunti 417 unità e 207 persone a titolo di volontariato in maniera continuativa
- al 2022 i minori residenti in Toscana erano 535.703, il 64% sono seguiti dal Servizio di Educativa domiciliare, il 12% sono allontanati e inseriti in Comunità in Toscana, l’11% è in affidamento, il 10% è inserito in servizi semiresidenziali e il 3% è in affidamento part-time. In totale, circa 4200 minori risultano affidati al Servizio Sociale professionale
- 9200 sono le famiglie in povertà assoluta nella Regione Toscana e 9692 le famiglie prese in carico da parte dei servizi sociali con misure di contrasto alla povertà, per un complessivo di 8200 bambini.
- i minori vittime di maltrattamento sono aumentati del 38% dal 2018 al 2022, con un’incidenza di stranieri dal 34% al 36%
- il numero di vittime di violenza assistita è salito dal 2018 al 2022 del 42,9% passando da 1803 a 2578, con un’incidenza di stranieri dal 38% al 42%
- 29 sono i centri diurni per minori autorizzati e accreditati nella Regione Toscana, il numero di posti autorizzati totale è di 500 ma ne accolgono 768 circa.
- 3 le comunità terapeutiche di accoglienza semi-residenziali nella Regione Toscana che accolgono 26 persone mentre le strutture di accoglienza residenziale sono 22 e accolgono circa 225 persone
- per gli psichiatrici in Toscana ci sono 114 strutture residenziali e 73 semi-residenziali
Le categorie chiedono alla Regione risorse per poter garantire il diritto alle cure e la qualità delle stesse ma, come ha concluso Marco Niccolai, Responsabile sanità e diritto alla salute del Partito Democratico Toscana “le Regioni questi soldi li gestiscono ma non li finanziano.”
Mi chiamo Claudia Cinquini, ma tutti mi chiamano “la Claudina” perchè sono formato Bonsai. Sono una ragazza digitale classe 1985, infatti mi sono laureata in Informatica Umanistica all’Università di Pisa. Il mio sogno era rendere i contenuti digitali belli, semplici e comunicativi per gli utenti del web, poi il destino mi ha portato altrove.
Dal 2011 lavoro in una RSA, ho conseguito un Master di I livello in Management per le funzioni di coordinamento nell’area delle professioni sanitarie e adesso sono Coordinatrice in questo piccolo mondo. L’attenzione alla cura, alla salute e al benessere psico-fisico probabilmente erano già dei semi dentro di me e questo lavoro è stato il terreno giusto per farli germogliare. Sono anche Facilitatore Mindfulness e diplomata presso l’Università Popolare di Scienze della Salute, Psicologiche e Sociali come Consulente in Scienze Naturopatiche. Mi piacerebbe poter diffondere consapevolezza e informazione verso stili di vita più sani e orientati al benessere inteso in senso olistico, una fusione armonica di tutte le componenti della vita di una persona: quella biologica, psichica, sociale e spirituale per questo ho creato Live Mindfully, dove cerco di condividere le mie conoscenze e la mia visione.