Ieri si è chiusa un’annosa e complessa storia che si è protratta per troppo tempo e ha lasciato fin troppi strascichi: il Comune di Camaiore ha firmato la transazione con Sea Ambiente, ponendo fine a tutte le vicende giudiziarie createsi negli anni tra l’Ente e la società. In questi mesi di trattativa sono stato in silenzio, per permettere a chi di dovere di lavorare alla risoluzione della questione con la massima tranquillità e senza pressioni. Oggi, invece, a capitolo chiuso e a firma posta, ho voluto raccontare come sono davvero andate le cose e il perché di questa importantissima decisione presa e portata in fondo dall’Amministrazione Comunale.
Si tratta – è bene specificarlo fin da subito – di un accordo senza né vincitori né vinti: è soltanto una transazione tra due parti entrambe convinte delle proprie ragioni. Un contenzioso che è nato da quando Camaiore, nel 2019, decise di passare ad Ersu perché per niente soddisfatto del servizio reso da Sea: una percentuale imbarazzante di raccolta differenziata, il porta-a-porta non esteso su tutto il territorio comunale, cassonetti disseminati sul territorio e colmi di rifiuti che erano vere e proprie discariche a cielo aperto. Una scelta sacrosanta che rivendico con forza: il cambio di passo che volevamo lo abbiamo avuto con Ersu, raggiungendo tutti quegli obiettivi che volevamo raggiungere e che Sea, nonostante nostri solleciti e sforzi, non era in grado di garantire. Il contenzioso, quindi, era dovuto e obbligato, ma si è acuito fino a diventare scontro a causa soprattutto di contrapposizioni personali che hanno portato ad una totale chiusura al dialogo.
Due erano i filoni in ballo. In primis l’indennizzo di 4 milioni di euro che Sea Ambiente aveva richiesto per il solo fatto di essere passati ad Ersu. Una causa che ci ha visto vincitori in tutti i gradi di giudizio – fino al Consiglio di Stato –, a conferma della legittimità dell’atto. E questo è provato dai documenti delle sentenze, al netto di ciò che si è letto in questi mesi o dei proclami fatti da chicchessia che volevano far passare Camaiore come soccombente su questa tematica. Dirlo è veramente agire in malafede, della serie “mentire sapendo di mentire”. Su tale filone giudiziario, la posizione di Sea Ambiente è stata imbarazzante, con pretese al limite del temerario e dell’assurdo generate più da personalismi che dal solo interesse dei soggetti coinvolti. Ma tant’è: tutti i gradi di giudizio hanno confermato che a Sea Ambiente quei soldi non sarebbero mai spettati, e andare avanti nel pretenderli non faceva che aggravare le spese legali da sostenere.
Il secondo filone, invece, è quello inerente ai mancanti pagamenti (e quindi alle fatture non evase) che Sea Ambiente contestava a Camaiore. Anche qua, non posso che ribadire il non mantenimento degli accordi contrattuali da parte di Sea. Alcuni dei servizi che la società chiedeva le venissero pagati semplicemente non erano stati effettuati. Su questo tema, però, abbiamo deciso di attuare il buonsenso, per il bene di Camaiore e della Versilia tutta. È su questo che si è basata la transazione: a fonte di una richiesta di 1,9 milioni da parte di Sea, abbiamo raggiunto un accordo a poco più di 1,5 milioni di euro. La somma concordata è sicuramente superiore a quello che pensavamo di dovere, ma questo, banalmente, è il senso di una transazione: venirsi incontro e trovare una quadra che metta d’accordo ambedue le parti. In caso contrario sarebbe semplicemente un’imposizione unilaterale.
L’accordo transattivo, quindi, concorda una somma per il secondo filone giudiziario e mette fine al primo (che, per noi che ormai quella causa l’abbiamo vinta, sarebbe stato soltanto un aumento delle spese legali a causa di chi ancora non accetta di aver perso). E la transazione avrebbe dovuto chiudersi prima di ieri, visto che la nostra proposta era già stata accettata dalla proprietà di Sea Ambiente (Reti Ambiente) e dal suo amministratore, il dottor Fortini, fautore con me di questo percorso transattivo. Ma si è perso tempo ancora una volta con ripicche, dinieghi infondati e show inopportuni sui social o a mezzo stampa con l’unico obiettivo di influenzare o forzare scelte o decisioni.
Ma anche altre cose, in queste vicenda, mi sono dispiaciute. In primis l’atteggiamento dell’opposizione, che ha remato contro auspicando che le cose andassero male solo per avere un pretesto per puntare il dito. Invece le cose sono andate bene, ma il servizio reso alla Città con questo modo di fare politica è assolutamente nullo. Anzi, dannoso.
Non mi sono poi piaciuti gli interventi di alcuni giornalisti, che spesso sono sembrati soltanto delle stampelle a uffici stampa di parte. Ho molto rispetto della categoria, perché credo fermamente che una buona informazione, obiettiva e limpida, sia alla base di una buona democrazia. Questo, però, credo sia a volte mancato, e me ne dispiaccio perché si viene meno al servizio che un mezzo stampa locale dovrebbe offrire ad una comunità, che può risultare fuorviata da informazioni spesso perniciosamente e volutamente errate.
Mi è poi dispiaciuto rilevare tantissime enormi inesattezze, anche sotto il profilo professionale, riguardo le norme dei patti parasociali tra un Comune e la propria azienda dei rifiuti. È stato detto che alcuni Enti avrebbero finanziato Sea Ambiente a causa dei mancati introiti da Camaiore (ma dove sta scritto? Da nessuna parte, perché sarebbe illegittimo, visto che l’unico soggetto che può farsi carico dell’andamento finanziario di Sea Ambiente è solo Retiambiente, ovvero la proprietà), oppure che l’amministratore unico di una società sia anche strumento di controllo analogo (questa non sto neanche a spiegarla, perché è semplicemente una falsità). Gli unici motivi per fare certe affermazioni sono o l’ignoranza della materia o, purtroppo, la malafede. E in entrambi i casi, si fanno narrazioni errate che non fanno bene ad una corretta informazione dei cittadini.
In ogni caso, la prospettiva di unione nella Versilia che ho sempre perseguito, già ai tempi della mia campagna elettorale, non viene meno, anzi, ne esce rafforzata. Si tratta – purtroppo – di una vera e propria battaglia, che ho deciso di fare con sobrietà e umiltà per il bene di Camaiore e dell’intera Versilia. Ho cercato in tutti i modi interlocuzioni dirette con le figure interessate, ricevendo solo inspiegabili porte in faccia. Ho appurato che ancora troppo spesso i personalismi prevalgono sul servizio alla comunità, e questo, credetemi, mi dispiace enormemente.
La transazione sottoscritta apre di fatto alla fusione tra Sea Ambiente ed Ersu. Una fusione che Camaiore ha sempre sostenuto e perseguito, già raccomandata a suo tempo dall’Anac e che chi vuole il bene della Versilia non può che auspicare. Il contenzioso rappresentava un macigno che impediva qualsiasi tipo di prospettiva futura positiva e migliorativa. Adesso questo macigno non c’è più: è tempo di mettersi tutti insieme al lavoro in modo serio e costruttivo per il bene dei nostri cittadini.
Dott. Diego Venturini – Ufficio Stampa