CARI INDUSTRIALI VI SCRIVO! BRILLANTE:  L’ANNO CHE VERRA’ DEVE PORTARE UNA TRASFORMAZIONE.

“E’ necessario mettere a fuoco di cosa si sta parlando in merito all’estrazione e al settore del lapideo in Versilia e in tutto il comprensorio del marmo”. Ad affermarlo è Rosario Brillante del CIPIT che precisa “ non si tratta solo di uno scontro tra narrazioni diverse, pur necessario visto che quella proveniente dalle imprese è divenuto strabordante e con tratti persino stucchevoli, ma della necessità di trasparenza, di tutela di interessi di carattere generali e di un confronto sul futuro del comparto lapideo. Un confronto, non una scelta di avversari e nemici che non fornisce né ai sindaci e neppure alle imprese l’aureola salvifica che auspicano.  

Gli imprenditori del settore, i sindacati dei lavoratori e anche la politica locale non possono sottrarsi in eterno da questa necessità. Del resto la strategia di conquista di spazi politici e istituzionali, persino di immagine e culturali, adottati dall’imprenditoria locale ha comportato una occupazione non solo delle nostre montagne, della quale pure si vantano,  ma anche di una parte del futuro delle nostre comunità: il troppo storpia ”.

Secondo Brillante “ le forzature registrate nell’approvazione dei Piani di Attività dei Bacini Estrattivi nel comprensorio, la fragilità dei protocolli di proroga delle concessioni a Carrrara, la rinuncia del Comune di Seravezza a rivendicare la restituzione dei terreni dichiarati quali occupati senza titolo alcuno dal privato, la finta discussione sulle percentuali della filiera salvifica che non c’è mai stata e non ci sarà, che infossa anche l’azione dei Sindacati dei lavoratori e ne mina la credibilità, la persistenza dell’inquinamento dovuto alla marmettola,  le continue infrazioni in merito alle prescrizioni ambientali sanata con qualche cucchiaiata di cemento e qualche spicciolo di sanzione, le prepotenze sulle chiusure dei sentieri montani e , infine, l’attacco all’autorità amministrativa, pur fragile, del Parco delle Apuane, hanno colmato la misura”.

Chiede serietà Brillante che invita gli industriali ad un cambio di passo: “ siamo seri, non siete delle vittime. Non si potrà scavare per sempre e cresce la necessità di affermare una visione diversa del comparto non di una sua liquidazione come volete far credere  Del resto la presenza anche di posizioni radicali nel movimento ambientalista sono ampiamente  legittimate da quella che viene vissuta come una prepotenza proveniente da imprese e politica locale esercitata ai danni del territorio e della società civile.

Penso che il necessario ridimensionamento dell’escavazione si possa realizzare con la destinazione della materia prima esclusivamente alla produzione di qualità necessaria all’aumento dell’attività di trasformazione a prodotto finito in zona, perché la filiera definita in percentuale non è mai esistita. Dunque scavare di meno, ridurre i danni irreparabili dell’estrazione ed aumentare l’occupazione in pianura. Ci guadagneremmo tutti. 

La vendita di blocchi grezzi e di lastre non porta nessuna ricchezza al territorio e ritengo vada preclusa. Ne vogliamo parlare? Ritenete possibile iniziare a farlo su dati certi e non di comodo o fasulli, distribuiti con il paracadute, a partire dai volumi estratti, dalla redditività procapite e dai valori dei margini e fino alla consistenza reale dei vostri versamenti ai Comuni? “.

E’ un invito a ripensare il settore quello formulato da Brillante, “ ed anche le vostre aziende. Va riorganizzato sia il rapporto con i mercati che il contenuto della competizione internazionale, con l’offerta di prodotti di qualità, pregiati, rigorosamente finiti. Il risultato sarà registrabile sia dul valore aggiunto che nella progressiva riduzione della distruzione inaccettabile delle montagne.

Serve in sostanza una transizione fondata sull’unicità dei marmi apuani e sulla irrinunciabile necessità di scavare solo quanto serve e di farlo come vi viene prescritto e con un severo controllo pubblico: chi non rispetta le regole poi a mio parere deve cambiare mestiere e pagare i danni ai lavoratori e alle Istituzioni Pubbliche.

In conclusione a parere del coordinatore del CIPIT di Seravezza, “il settore per avere un futuro deve necessario puntare sui marmi pregiati, ammodernare la tecnologia di escavo e taglio per far cessare l’inquinamento delle falde e dei corsi d’acqua, fermare la frantumazione delle montagne per ridurle in polvere, cessare progressivamente ma in tempi certi le attività di scarso pregio e con numero modesto di addetti.”

Rosario Brillante

C.I.P.I.T.  

Comitato Indipendente per la Trasparenza, l’Informazione e la Partecipazione – SERAVEZZA

Ti potrebbe anche interessare