Il Pd di Viareggio, ma non solo quello di Viareggio a ben guardare, ha riscoperto il Manzoni, sia nell’agire secondo i valori cristiani sia, soprattutto, nell’attesa perenne dell’azione della Divina Provvidenza. Infatti non sentirete più dai dirigenti nessun moccolo durante le riunioni o le iniziative e, d’altro canto, gli stessi non lavorano per cambiare l’ordine delle cose, lo vorrebbero ma non ci lavorano, lasciano che sia un’essenza spirituale a risolvere le situazioni. D’altronde proprio il Manzoni dice che, parlando di Don Abbondio- se il coraggio uno non ce l’ha mica se lo può dare!
Così come per gli attuali dirigenti del Pd locale: siccome il coraggio non sanno dove stia e cosa sia, aspettano che gli eventi facciano in proprio la loro parte. Costruire un partito moderno dopo l’avvento di Ellyy Schlein alla guida del Pd? Tutti d’accordo ma non si fa! Rianimare gruppi di impegno sul territorio? Se ne parla ma non si fa. Dare la tessera a coloro che l’hanno richiesta e chiamarli a dare un contributo? Sono tutti d’accordo ma poi non si fa. Si preferisce continuare con organismi superati dai fatti, espressione delle vecchie logiche di gruppo o di interessi personali e politici, di posti, di collocazione, di prestigio? Qualcosa di nuovo si dice ma timidamente affidandosi ai comunicati stampa che pesano e spostano men del due di briscola nell’orientamento della gente: ma non chiedete di più!
A Viareggio siamo alla fine della consiliatura e prima o poi si voterà (a primavera del 2026) ma c’è una idea di città che il gruppo dirigente del Pd ha? No! Ci sono due o tre o quattro idee forza da indicare e far discutere tra la gente? Nemmeno! Il gruppo dirigente ovvero quattro o cinque persone che hanno in mano le sorti del Pd a Viareggio lavora come una minuscola organizzazione della consorteria, senza disturbare, senza far rumore. Questi moderni intellettuali collettivi sono garbati, pazienti come Giobbe, gentili come anime leggiere ma per il resto si lavora sottotraccia: le situazioni matureranno da sé e se non fosse così ci metterà una mano la Provvidenza.
Poi in questa situazione qualcuno pensa di essere individuato come candidato/a a Sindaco ( se ne parla e sono circa sei o sette i nomi che si fanno e per i quali ristretti gruppi di adepti cominciano a fare il tifo) e come un salvifico miracolo… voilà – da non confondere con il Miracolo con la M maiuscola oggi al lavoro tra le alte note del canto e della musica dopo esser stato candidato allo smaltimento del pattume, alla tutela dei beni ambientali locali, alle attività portuali… anch’egli uomo della provvidenza- a candidato di una coalizione ampia e articolata… detta altrimenti, dopo gli esiti assai poco fortunati, dell’orto corto.
Quale aggregazione si vuol fare? Quali elementi centrali di programma? Quali forze sociali ed economiche si vogliono coinvolgere? Quali risorse civili e associative? Questo è un capitolo ancora da scrivere! Perdio ma cosa pretendete… abbiamo ancora un anno e mezzo, date corso al tempo… poi ci saremo. E in Versilia la situazione se non è peggio di sicuro non è migliore. Il Segretario della Federazione si sente prevalentemente per interventi di saluto, anche perché pensa che Presidente di un Consiglio Comunale e Segretario di un partito tutto sommato sia un po’ la stessa cosa: un farfuglio a destra uno a sinistra, una pacca sulla spalla, una battutina che spesso gli vien fuori infelice e poi in attesa perenne di qualche elezione per passare ad incarichi più importanti e davvero meritati. Un commissariamento in corso del partito a Pietrasanta, nel secondo comune per importanza della Versilia, ma senza che la federazione ci abbia messo mani né prima né dopo. Problemi politici? Forse sì ma forse prevalenti quelli personali. Lo spiegherà il commissario?
A Viareggio all’interno dell’organismo comunale c’è chi sostiene – è un gruppo organizzato con le sue logiche e con i suoi portavoce esterni- che bisogna trovare l’accordo con i delghingariani. Fermi , buoni, calmi: lasciam stare tutto così, non si sa mai… potrebbe tornare utile … e chi lo sa? Lasciamo che la Provvidenza lavori indisturbata!
Intanto però c’è chi lavora al di là della Provvidenza , in maniera scientifica, secondo un preciso tornaconto. In primis il Sindaco di Viareggio che volenti o nolenti le cose le fa davvero e non ci dorme sopra. Poi si potrà discutere ed eccepire su come e sul perché vengono fatte, se servono o non servono alla città ma però le cose si muovono secondo un racconto che ha guadagnato e guadagna consensi: la vecchia politica ha fatto fallimento, ha portato la città al default; io non ho schemi precostituiti e faccio; sto ridando smalto e prospettiva; lasciate perdere il confronto, le mediazioni decido io; io determino i tempi e le modalità e i miei della squadra o fanno quello che voglio o li mando a casa. Del resto così è successo proprio alla Vice Sindaca del Pd di allora che pensava di avere almeno un briciolo di autonomia per poter partecipare alle iniziative che riteneva interessanti. La regola che vige è invece molto rigida: gli amici dei miei nemici sono sempre miei nemici.
Che poi la città si stia appaltando a monopoli – il porto, il mercato, le aziende miste, i galleristi, parte della vita culturale …- a gruppi economici locali e non a cui si concede legalmente un potere di monopolio incontrastato, senza competizione, né confronto, nè concorrenza, senza la dimostrazione della migliore resa per interesse pubblico è sicuramente una cosa che affronteremo, dicono i dirigenti del Pd, ma non ora poi, vedrai le cose si sistemeranno, stiamo dialogando con la città, con le associazioni, stiamo facendo opposizione stiamo costruendo…. ma piano, piano senza far rumore, sotto coperta, tra le trine morbide dove tutto e il suo contrario possono sempre ritrovarsi ad un bar come i quattro amici di Gino Paoli… Vedrai, vedrai, vedrai che cambierà. Forse non sarà domani. Ma un bel giorno cambierà…. Poi, chissà… che non serva un Puppa di turno, un Simiani di ritorno o il commissario del Pd a cui il Del Ghingaro si premurò di dare un incarico dopo il difficile lavoro di normalizzazione interna…. e perché, invece, non pensare ad un marcucciano di ferro?
Come finirà questo romanzo? Renzo ritroverà Lucia e dopo la peste il matrimonio si farà?
PS: Renzo Tramaglino: “Ho imparato”, diceva, “a non mettermi nei garbugli: ho imparato a non predicare in piazza: ho imparato a non bere più del bisogno: ho imparato a non tenere in mano il martello delle porte, quando c’è attorno gente che ha la testa calda: ho imparato a non affibbiarmi una campanella al piede, prima d’aver pensato che possa nascere…”
Niclo Vitelli( 1954) è stato Segretario della Federazione del Pci della Versilia,
Consigliere Comunale e Assessore a Viareggio, Presidente del Festival Pucciniano
negli anni Ottanta e ha fatto parte successivamente del Consiglio di Indirizzo della
Fondazione Festival Puccini di Torre del Lago, Capogruppo del Pci al Comune di
Seravezza e Consigliere dell’Associazione Intercomunale Versilia, Dirigente alle
Relazioni Industriali al Cantiere Navale Sec di Viareggio, responsabile del CTL di
Legacoop nella Provincia di Lucca, responsabile di Lega Pesca Toscana, responsabile
delle politiche concertative di Legacoop Toscana fino al Luglio 2019 e attualmente
ricopre l’incarico di Presidente del Comitato dei Garanti nazionale di Legacoop. Nel
1995 con Pezzini Editore ha pubblicato il Libro ‘C’eravamo tanto amati’, nel Luglio
del 2016 con Edizioni Clichy-Firenze Leonardo Edizioni ha pubblicato il libro ‘Un
bel dì vedremo-Il Festival di Giacomo Puccini. Cronaca di un’incompiuta’ e
nell’aprile 2021 con Cinquesensi Editore ha pubblicato il libro ‘Hop Frog Futuro
anteriore’. Vive a Piano di Conca nel Comune di Massarosa.