IL PIANO ESTRATTIVO CANALE DELLE GOBBIE TORNA IN ALTO MARE

Brillante : segnalate criticità ambientali ed operative rilevanti.

Costruito in due anni di lavoro al costo di € 36.000, il PABE del Canale delle Gobbie era stato annunciato dal Sindaco Alessandrini e dall’assessore alle cave e all’ambiente Silicani come un Piano estrattivo modello. La situazione è commentata da Rosario Brillante del Comitato di Seravezza per la partecipazione l’informazione e la trasparenza.

“ Quel piano era stato presentato alle scuderie medicee e sulla stampa come innovativo e capace di garantire la massima tutela idraulica e ambientale, il rispetto delle cavità  carsiche, il recupero del Canale pericolosamente ostruito dagli scarichi delle attività dei decenni passati e persino con piantumazione finale di faggi allevati sul posto in un apposito vivaio: ma qualche cosa è andata storto. Quanto detto a voce non è risultato dalle carte. 

In particolare l’assessore Silicani non ha conseguito l’obiettivo che si era vantato di aver conseguito. Aveva infatti definito il piano di attivazione di 8 cave, prima in parete e poi in galleria, come una felice innovativa ed esemplare combinazione. L’attività estrattiva si sarebbe svolta in modo rispettoso per l’ambiente, con il materiale lavorato in filiera corta, la lavorazione in zona del marmo estratto che avrebbe portato ad una crescita occupazionale “garantita”, zone panoramiche e molto di più.

E’ stato invece clamorosamente smentito dal lavoro d’indagine svolto dai tecnici della Regione. All’ esame delle carte ha fatto seguito una verifica sul campo che ha evidenziato ulteriori rilevanti carenze”. Secondo il coordinatore del  CIPIT “ all’esame del Piano sono risultate numerose lacune documentali e troppo vaga ed eccessivamente generica la trattazione di aspetti fondamentali non eludibili per legge. In particolare all’occhio attento degli esaminatori è risultata la necessità di un maggior dettaglio per la tutela dei corpi idrici e il rischio idraulico presente in zona: proprio quanto presentato come un fiore all’occhiello da Sindaco e Assessore è risultata essere una forte criticità.

Nel Piano approvato dal Consiglio Comunale si sono pure  dimenticati di trattare i numerosi ingressi in galleria previsti in vicinanza di aree sottoposte a rigorosa tutela speciale ambientale; ma persino di indicare strutture carsiche importanti, come quella presente nella Cava di Campo all’Orzo e pure nella cava Rigo. Questa è l’unica ad oggi attiva mentre le altre 7 cave previste sarebbe una riattivazione di cave dismesse da tempo: cosa non prevista dalle normative salvo a precise condizioni.

La stessa cava Rigo a causa di una rilevante cavità carsica intercettata in parete, e notata nel sopralluogo ma prima sfuggita, difficilmente potrà andare in galleria come previsto dal Piano Alessandrini – Silicani. Il piano dimentica inoltre che dove è avvenuta una rinaturalizzazione dei fronti non è possibile riaprire l’attività come, ad esempio, si è evidenziato al Castellaccio.

Ed è curioso che chi ha votato quel piano si sia dimenticato  persino degli specchi d’acqua che hanno colmato le conche del Piastraio e di Conca Castellina. E come se non bastasse delle 3 grotte soggette a tutela, Tripikata, Tripitino e Buca ne hanno “ricordata” agli atti solo una.

Altro che Pabe modello per il rispetto dei Beni Paesaggistici, come vantato a parole. La conclusione dei tecnici è stata netta: questo è un piano finalizzato principalmente all’attività estrattiva. Il quadro si completa poi nel mistero relativo alle volumetrie di marmo che si intende autorizzare e alla cosiddetta filiera lavorativa garantita.  Va bene che nessuno pesa quando scende a valle però, a quanto pare in 10 anni il Comune intende far portare a valle quanto previsto per 20 anni. E poi? E La filiera?

La Giunta Alessandrini si dice convinta che ci sarà ma non porta niente di verificato e verificabile a sostegno di questa convinzione.” Brillante conclude con un’ultima considerazione: “ alla luce dei fatti credo che la genuina passione per le cave del Silicani lo renda incompatibile alla carica di assessore all’ambiente e alla transizione ecologica: un po’ come mettere una volpe a guardia delle galline”.        

a cura di di Rosario Brillante- C.I.P.I.T.  Comitato Indipendente per la Trasparenza, l’Informazione e la Partecipazione

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