Viareggio 29 Giugno 2024. La città si stringe attorno ai familiari delle vittime della strage ferroviaria, non dimentica… pretende giustizia !

Tra non molte ore, sarà nuovamente un 29 giugno a Viareggio. Da ormai 15 lunghi anni, da quella notte tragica di inizio estate del 2009, dire 29 giugno provoca nel cuore dei viareggini sentimenti come dolore, commozione, solidarietà, rabbia per una tragedia che poteva essere evitata e per il fatto che come avviene da sempre, per tanti, troppi drammatici avvenimenti, nel nostro Paese, purtroppo, sarà difficile avere giustizia. Continuiamo allora a chiedere chi pagherà per quelle vittime innocenti, per il dolore lacerante dei familiari, di una intera comunita’? Pochi giorni dopo la strage alla stazione di Viareggio, scrissi questo articolo ( che ampiamente ripropongo), per il mensile della Confesercenti, per non dimenticare e per continuare a chiedere giustizia e verità:

E’ quasi mezzanotte, di un lunedì sera, di uno dei primi giorni di estate. Il tempo fa ancora un po’ di capricci e si attende l’arrivo della vera stagione estiva. Qualcuno sta già dormendo nel suo letto, qualcun’altro, magari nella sua casa, ripensa alla giornata che ha trascorso, al lavoro che lo aspetta l’indomani o forse addirittura ai sogni della propria vita. C’è invece chi sale sul proprio scooter, per un ultimo giro prima di rincasare. Sono bambini, ragazze giovani, persone anziane, famiglie italiane e famiglie di extracomunitari, e questo ci ricorda che nonostante qualche seminatore di razzismo ed intolleranza, la nostra e’ già una società multietnica.

Un treno sta passando in stazione, e’ un fatto normale, corre a velocità non elevata sui binari, trasporta delle cisterne….e poi di colpo e’ l’inferno. La vita di tutte queste persone viene spazzata via per sempre, sembra di essere trasportati di colpo in una città bombardata. L’intera città e’ ferita, mortificata da un evento che nessuno poteva immaginarsi. ……Lorenzo di appena 2 anni, Rosario, Ilaria e sua sorella Michela, Iman di 3 anni, suo fratello Hamza di 17 anni, sono alcune delle persone che hanno avuto distrutta la loro vita, che non vedranno più il mare della loro città, gli amici, i propri amori, non vedranno realizzare i propri sogni………nessuno dimenticherà quel 29 giugno del 2009 e quella lunga lista, purtroppo, di persone che non saranno più con noi. Ed uno dei modi migliori per ricordarli e’ chiedere, pretendere giustizia.

A partire da Viareggio, dobbiamo far arrivare il messaggio, che mai più tragedie simili si possano ripetere, e che una volta per tutte, siano individuati e puniti i responsabili, coloro che hanno permesso che circolassero, sostanze pericolose, su carri cisterna con pezzi usurati. Un Paese civile, dopo aver pianto i suoi morti, avviato la ricostruzione, deve saper garantire giustizia. Viareggio e’ questo che chiede all’Italia”. Lo scrivevo 15 anni fa. Lo rileggo e non posso non pensare che Lorenzo e Iman senza quel 29 giugno, avrebbero oggi 17 e 18 anni. Avrebbero fatto le scuole elementari e poi le medie ed oggi sarebbero alle superiori. Magari pieni di preoccupazioni per l’ esame di maturità. Ma anche iniziando a pensare come avrebbero festeggiato, dove e come avrebbero trascorso le meritate vacanze. Avrebbero avuto amiche ed amici, conosciuto le prime passioni ed i primi amori. E le altre 30 vittime, con età diverse tra loro. Ma ognuna di esse aveva familiari, amici, un pezzo di vita da vivere.
Ed ogni vita e’ così preziosa proprio perché unica, diversa dalle altre.


Una bellissima poesia del poeta russo Evgenij Evtusenko, descrive perfettamente il valore della vita, della vita di ogni essere umano. “Non esistono al mondo uomini non interessanti. I loro destini sono come le storie dei pianeti. Ognuno ha la sua particolarità e non ha un pianeta che gli sia simile. E se uno viveva inosservato e amava questa sua insignificanza, proprio per la sua insignificanza era interessante tra gli uomini. Ognuno ha il suo segreto mondo personale. In quel mondo c’e’ l’attimo felice. C’e’ in quel mondo l’ora più terribile, ma tutto ci resta sconosciuto. Quando un uomo muore, muore con lui la sua prima neve e il primo bacio e la prima battaglia. Tutto questo egli porta con sé. Rimangono certo i libri, i ponti, le macchine, le tele dei pittori.
Certo, molto e’ destinato a restare, eppure sempre qualcosa se ne va. E’ la legge di un gioco spietato.
Non sono uomini che muoiono, ma mondi….. E ogni volta vorrei gridare ancora contro questo irrevocabile destino”.

Poche ore mancano ad un nuovo 29 giugno. Come ogni anno, quella sera, migliaia di viareggini e non solo, in silenzio e con compostezza, sfileranno per le strade cittadine, insieme all’associazione dei familiari delle vittime, che in questi anni hanno portato avanti una coraggiosa e bellissima battaglia, non solo per chiedere giustizia ma per la sicurezza nel trasporto ferroviario affinché non si ripetano nuovi incidenti e tragedie come quella di Viareggio.

Gli anni passano, ma la Viareggio civile e popolare non dimentica e partecipa alle cerimonie. Sfilando nella manifestazione, o abbassando la saracinesca del negozio, in segno di vicinanza e solidarietà mentre passa il corteo. Unica nota stonata la distanza abissale tra il sentimento di una città ferita ma solidale ed un Sindaco asserragliato nel palazzo comunale. Incapace di connettersi umanamente e sentimentalmente con la comunità che amministra. Che pare considerare un fastidio l’ associazione dei familiari delle vittime e le cerimonie in ricordo della strage del 29 giugno. Perche’, mi viene inevitabilmente da chiedermi?
E non riesco a trovare una risposta logica.


Dalle prime ore della mattina del 29 giugno, passando nelle vicinanze della stazione ferroviaria, sentiremo come ogni anno , una sorte di grido lancinante, il fischio delle sirene dei treni, con cui i macchinisti esprimono la loro solidarietà alla comunità di Viareggio colpita dalla strage ferroviaria. E come tutti gli anni anche questo 29 giugno sarò al corteo che attraversera’ le strade cittadine. Per il ricordo, per continuare a chiedere giustizia. E per tante altre ragioni.

Non ultima che il ritrovare ogni 29 giugno, migliaia di donne ed uomini che continuano a non dimenticare, ad esprimere il loro affetto e la loro solidarietà alla parte di comunità così colpita, mi fa sentire felice ed orgoglioso della mia Viareggio, della sua gente.

Alessandro Cerrai

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