La bonifica dell’ex Arlecchino Amianto in concentrazioni record

Stanno per chiudersi le operazioni propedeutiche alla demolizione del fabbricato che avverrà a luglio La sostanza inquinante eliminata in gran quantità. Il Comune: «Era un pericolo per tutta la popolazione»

Si chiama ’eterogenesi dei fini’ e si può definire come «le conseguenze non intenzionali di azioni intenzionali». All’ex Arlecchino – dove in questi giorni vanno avanti i lavori propedeutici alla demolizione del vecchio fabbricato – l’azione intenzionale di bonifica ha avuto come conseguenza la rimozione di una potenziale bomba sanitaria e ambientale, sotto forma di concentrazioni di amianto rinvenute a livello impensabili. Dopo una lunga fase di pulizia dell’ex Arlecchino dai detriti presenti, l’attività di bonifica sta entrando nel vivo. Per completare le operazioni, serviranno un’altra decina di giorni. Dopodiché, allo scoccare di luglio, partirà l’intervento di demolizione che durerà quattro giorni. E proprionel corso dei lavori, le analisi hanno fotografato una situazione potenzialmente dannosa sia per la salute pubblica che per l’ambiente, con una presenza di eternit a livelli esagerati. Per mettere in sicurezza l’area, nei giorni scorsi è stata conclusa l’opera di confinamento isolante di tutti i locali dell’edificio: un’operazione propedeutica ai lavori, in corso in queste ore, di rimozione della percentuale di amianto presente nelle pavimentazioni dei locali.

Al tempo della sua costruzione, infatti, l’edificio venne dotato di una pavimentazione in linoleum, incollata al massetto sottostante con i collanti dell’epoca, che presentavano, come una delle componenti principali, proprio l’amianto. La sostanza, nei decenni successivi, è colata, andando a intaccare anche la parte in cemento, con un pericolo sanitario non indifferente. Campionato e analizzato da un laboratorio specialistico, il massetto ha infatti fatto registrare una concentrazione di amianto altissima, pari al 18 per cento, rappresentando un pericolo per la salute pubblica per troppo tempo. Da questa scoperta è derivata la necessità di procedere alla rasatura fino a 2 centimetri di tutti i 325 metri quadri di massetto e al confinamento delle pareti di tutte le aree interne con materiale isolante – così da scongiurare qualsivoglia dispersione di polveri contaminate –; il tutto sotto la supervisione dell’Asl, che tornerà ad analizzare gli ambienti al termine dei lavori (domani, da cronoprogramma) per verificare la totale rimozione della percentuale inquinata.

Da lunedì, invece, partirà l’opera di rimozione dell’amianto sul tetto dell’edificio (altri 230 metri quadrati), da terminare nel giro di una settimana. Tutti i lavori di rimozione dell’amianto (sia esterno che interno) sono stati effettuati da una ditta specializzata per un costo totale di circa 100mila euro, che comprende anche il suo trattamento e il suo smaltimento. A seguire, il 1° luglio – una volta ricevuto l’ok da parte dell’Asl sull’avvenuta bonifica del fabbricato – è la data fissata per l’inizio della vera e propria demolizione dell’edificio: ci vorranno quattro giorni per vederlo completamente a terra, per poi procedere alla rimozione di tutti i detriti. Oltre alla porzione in superficie, verrà demolito anche il seminterrato, previo pompaggio delle acque presenti, che sono già state fatte analizzare e non presentano agenti inquinanti.

La Nazione – Viareggio

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