Ogni nuovo anno porta con sé una carica motivazionale al cambiamento molto forte e, la stessa cosa, accade puntualmente anche ad ogni evento che rappresenta nella nostra vita un inizio o un giro di boa importante come il proprio compleanno, un anniversario, una ricorrenza particolare, oppure quando arriva il mese di Settembre (tipicamente il mese dei rientri e degli inizi) e il Capodanno, tempo di bilanci e ripartenze.
Perchè gli inizi sono così importanti? Cosa hanno di speciale queste date definite “spartiacque” e perchè, soprattutto, è così difficile rimanere fedeli ai nostri nuovi vecchi propositi?
Gli inizi aumentano la motivazione a cambiare perchè rappresentano nel nostro assetto mentale una tabula rasa nei confronti del passato. Ciò che è stato, le difficoltà, i fallimenti, le sofferenze vengono rilegate nel nostro “vecchio sè”. Il futuro invece, dove proiettiamo il nostro “nuovo sè”, viene caricato di ottimismo e aspettative positive. La chiave del cambiamento è quindi nella nostra identità.
Se abbiamo a che fare con la nostra stessa identità perchè allora è così difficile cambiare? Perchè la nostra identità, per sentirsi riconosciuta ed essere riconosciuta, ha bisogno di certezze e punti fermi. Senza stabilità ci sentiamo persi e senza i soliti riferimenti non sappiamo come proseguire verso il nuovo.
Cambiare significa modificare una parte di noi, comporta impegno, attenzione cosciente, costanza e a volte anche sacrificio. Se da una parte quindi c’è la volontà, dall’altra c’è la resistenza che spesso è più forte della volontà stessa.
Quali sono gli ostacoli al cambiamento?
- l’impulsività: è importante costruire nuove gratificazioni per generare soddisfazioni e non perdere la motivazione e concentrarsi sui benefici del nuovo obiettivo, perchè spesso si preferisce rispondere a una gratificazione istantanea a discapito di obiettivi più grandi e a lungo termine
- la procrastinazione: per evitare di rimandare sempre il momento bisogna creare “dispositivi di impegno”. Impegnarsi attraverso una promessa aumenta il costo psicologico del fallimento portandoci ad essere più determinati (maggiore è la posta in gioco maggiore sarà la volontà di non deludere le aspettative)
- la dimenticanza: anche con i più buoni propositi succede di dimenticarsi. L’unico modo è utilizzare degli strumenti per aiutare la memoria (post it, sveglia sul telefono, un oggetto particolare, ecc..) qualsiasi cosa che catturi l’attenzione e ci riporti sull’obiettivo
- la pigrizia: è molto più comodo seguire la strada più facile. La pigrizia rappresenta l’ostacolo maggiore che crea resistenza al cambiamento. Per rendere un cambiamento un’abitudine bisogna che lo diventi, serve tempo e costanza. Le neuroscienze hanno dimostrato che più un’abitudine diventa radicata, meno utilizziamo le parti del nostro cervello che ci spingono al ragionamento, più attiviamo le parti del cervello deputate all’azione e al controllo motorio spontaneo. Una routine è un’azione, non un pensiero
- il conformismo: le nostre decisioni sono spesso influenzate dalle norme sociali e dalle persone che ci circondano. Avere cura di chi abbiamo intorno fa bene non solo per aiutarci ad attuare i cambiamenti che desideriamo, ma anche per il benessere e la salute della nostra persona perché ci libera da possibili comportamenti e atteggiamenti malsani
“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” disse Antoine-Laurent Lavoisier, dopo aver dimostrato che la materia non può essere creata o distrutta ma solo trasformata. Di fatto, la vita stessa è in perpetuo cambiamento, la accogliamo o la subiamo. Se avessimo più percezione di questa verità saremmo probabilmente più motivati a lasciare andare le cose che non vogliamo più nella nostra vita come, allo stesso modo, non saremmo così attaccati a ciò che riteniamo importante o fondamentale e che ci impedisce invece di vedere al di là dei nostri stessi limiti. Non è colpa di qualcuno o qualcosa se non portiamo avanti i nostri desideri o i nostri obiettivi, la responsabilità è nostra. L’anno è appena cominciato, il momento è quello giusto.
Mi chiamo Claudia Cinquini, ma tutti mi chiamano “la Claudina” perchè sono formato Bonsai. Sono una ragazza digitale classe 1985, infatti mi sono laureata in Informatica Umanistica all’Università di Pisa. Il mio sogno era rendere i contenuti digitali belli, semplici e comunicativi per gli utenti del web, poi il destino mi ha portato altrove.
Dal 2011 lavoro in una RSA, ho conseguito un Master di I livello in Management per le funzioni di coordinamento nell’area delle professioni sanitarie e adesso sono Coordinatrice in questo piccolo mondo. L’attenzione alla cura, alla salute e al benessere psico-fisico probabilmente erano già dei semi dentro di me e questo lavoro è stato il terreno giusto per farli germogliare. Sono anche Facilitatore Mindfulness e diplomata presso l’Università Popolare di Scienze della Salute, Psicologiche e Sociali come Consulente in Scienze Naturopatiche. Mi piacerebbe poter diffondere consapevolezza e informazione verso stili di vita più sani e orientati al benessere inteso in senso olistico, una fusione armonica di tutte le componenti della vita di una persona: quella biologica, psichica, sociale e spirituale per questo ho creato Live Mindfully, dove cerco di condividere le mie conoscenze e la mia visione.