ARTICOLO DI GIANFRANCO ANTOGNOLI DIRETTORE DI ‘LEASING MAGAZINE’
I rapporti del Censis e dello Svimez hanno messo in risalto i crescenti problemi che il nostro paese sta vivendo e che dovrà affrontare. Preoccupano l’indifferenza verso l’acuirsi dello squilibrio economico e sociale tra il Nord e il Sud e le prospettive demografiche della popolazione italiana. Il Pil del Mezzogiorno è stimato nello 0,4 % nel 2023, con un crescita dimezzata rispetto al Centro Nord (0,8%). Da qui al 2050 si perderanno 4,5 ml di abitanti. Nel 2040 le copie con figli diminuiranno fino rappresentare un quarto del totale.
Il Governo e l’opposizione si accapigliano sull’immigrazione, quando discutendo senza pregiudizi ideologici, con l’impiego degli immigrati professionalizzati si attutirebbe, e non di poco, la carenza di forza lavoro per le imprese di qualsiasi dimensione e con il versamento dei contributi previdenziali aumenterebbero le entrate per il pagamento delle pensioni.
Il disinteresse verso l’interesse collettivo costituisce un vulnus che si imbatte su una società che ha conosciuto una vigorosa espansione del benessere, minacciato da una trasformazione del sistema economico sociale che innova il modo di produrre e di vivere per la transizione green, la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale.
Un fenomeno che attraversa l’Occidente, che in Italia ci mette di fronte alla riorganizzazione del modello di società realizzato dalla ricostruzione post bellica. Va riallineato il sistema istituzionale, economico e sociale alle istanze provenienti dalla modernità, altrimenti il nostro paese avrà serie difficoltà ad affrontare il cambiamento in atto nel mondo. Dobbiamo avere la consapevolezza, indipendentemente dal pensiero politico di ognun di noi, che la carenza delle infrastrutture materiali e immateriali in cui si dipana la vita delle imprese e dei cittadini è giunta ormai al limite di rottura. Va rimosso il deficit infrastrutturale per evitare di ripiegarci su noi stessi.
L’Eurostat nell’indagine sulle condizioni di vita delle famiglie europee del 2022 rileva che il 63% di quelle italiane fa fatica ad “arrivare al fine del mese”. Il numero dei giovani che nel 2022 vivevano in famiglia sfiorava il 70%, contro il 49,4% in Europa. I giovani non appena si rendono conto di quello che li potrebbe aspettare se ne vanno all’estero. Il 27% di adulti che vivevano con i genitori erano disoccupati Abbiamo uno Stato con un indebitamento finanziario di quasi 3.000,00 mld di euro (il 140% del Pil) che rischia di addebitare alle future generazioni l’onere della vita vissuta dai propri genitori. Si rende indispensabile invertire questa tendenza.
La svalutazione del passato da parte del Governo si inserisce in questa visione. Nel concreto, però, non si intravedono proposte di ampio respiro. Emerge solo la nullità del presente. La mancata ratifica del MES è la cartina di tornasole dell’incoerenza nella compagine governativa ad assumere decisioni nell’interesse vitale del paese che contrastino con quello che era stato esaltato nella campagna elettorale.
Le nuove norme sul patto di stabilità non consentiranno di ricorrere all’indebitamento dello Stato ( 18 mld di euro) per rendere strutturale il taglio del cuneo contributivo e la riforma fiscale. Il governo, per reperire le risorse finanziarie necessarie a mantenere lo stesso livello delle retribuzioni nel 2025, bisogna che inizi a colpire il magma dell’evasione fiscale (100 mld di euro) per scongiurare nuove tasse e tagli dei servizi sociali. Il Governo, inoltre, dovrà fare di tutto per utilizzare le sovvenzioni e i finanziamenti del PNNR (194 Mld di euro) per irrobustire e per qualificare l’infrastrutturazione del paese per consentire alle imprese e ai cittadini di accedere a servizi che diminuiscano il fardello degli oneri impropri derivanti dall’inadeguatezza funzionale dell’organizzazione statuale.
E’ in questo scenario che si misurerà la presa di coscienza della realtà da parte del Governo, ma anche dell’opposizione. Le forze produttive e i cittadini, nonostante l’apparente disincanto verso i bisogni collettivi, non mancheranno di fornire il loro fattivo apporto, come nel passato, di fronte ad una direzione di marcia che sia chiara e univoca.
Niclo Vitelli( 1954) è stato Segretario della Federazione del Pci della Versilia,
Consigliere Comunale e Assessore a Viareggio, Presidente del Festival Pucciniano
negli anni Ottanta e ha fatto parte successivamente del Consiglio di Indirizzo della
Fondazione Festival Puccini di Torre del Lago, Capogruppo del Pci al Comune di
Seravezza e Consigliere dell’Associazione Intercomunale Versilia, Dirigente alle
Relazioni Industriali al Cantiere Navale Sec di Viareggio, responsabile del CTL di
Legacoop nella Provincia di Lucca, responsabile di Lega Pesca Toscana, responsabile
delle politiche concertative di Legacoop Toscana fino al Luglio 2019 e attualmente
ricopre l’incarico di Presidente del Comitato dei Garanti nazionale di Legacoop. Nel
1995 con Pezzini Editore ha pubblicato il Libro ‘C’eravamo tanto amati’, nel Luglio
del 2016 con Edizioni Clichy-Firenze Leonardo Edizioni ha pubblicato il libro ‘Un
bel dì vedremo-Il Festival di Giacomo Puccini. Cronaca di un’incompiuta’ e
nell’aprile 2021 con Cinquesensi Editore ha pubblicato il libro ‘Hop Frog Futuro
anteriore’. Vive a Piano di Conca nel Comune di Massarosa.