Si è conclusa da pochi giorni la V edizione del Silver Economy Forum, il primo evento a livello nazionale che dà voce a tutti i settori imprenditoriali che contribuiscono a delineare l’economia che ruota attorno al mondo degli over 50.
Il tema di quest’anno è stato “#Life”: con il supporto di esperti, economisti, imprese, enti della pubblica amministrazione e associazioni, il format ha svolto una serie di incontri, conferenze e workshop legati al tema della silver healthcare (cura alla salute degli anziani) e della silver wellness (benessere degli anziani), utili a tracciare una roadmap per comprendere gli effetti dei cambiamenti demografici in atto, con l’obiettivo di cogliere i bisogni futuri della “silver generation”.
L’evento si è svolto anche quest’anno a Genova, non solo perchè è la città più longeva d’Italia (l’indice di vecchiaia è di 264,7 anziani ogni 100 giovani) ma perchè rappresenta un comune virtuoso dal punto di vista delle politiche di welfare per cittadini e anziani. Infatti, come ha riportato Mario Mascia, assessore comunale a Urbanistica, Sviluppo Economico e Lavoro del Comune di Genova: «Genova è la prima grande città ad aver introdotto un coordinamento dei Garanti degli Anziani. Sono convinto che la silver economy, complice la diminuzione della capacità di spesa di coloro che fra quindici-vent’anni avranno superato i 65 anni, potrà diventare una questione di “silver welfare” perché ci sarà la necessità di assicurare una rete di protezione sociale sempre più forte. Oggi, più che nel passato, le istituzioni sono chiamate a progettare nuovi spazi abitativi con un occhio di riguardo ai senior, a realizzare servizi sanitari sempre più accessibili ma anche aree nelle quali la socialità possa essere sviluppata e mantenuta.»
Con questo obiettivo, il Comune di Genova ha iniziato da anni a operare verso la progettazione urbana a misura di persona, affinchè la città e i servizi diventino accessibili a tutti (tema affrontato nell’edizione 2022 e questo video Multi-Aging & Urban Cities ne parla).
I dati Istat parlano chiaro sulla rilevanza della popolazione over 65 a livello nazionale: 14 milioni 177 mila individui al 1 Gennaio 2023, circa il 24,1% del totale e tenderà ad un aumento sempre più costante nei prossimi anni.
Secondo gli studi di settore, questa fascia di popolazione è quella che ad oggi ha ancora maggiore capacità produttiva di reddito rispetto a quella dei giovani. Questi dati dimostrano quindi che le persone più avanti con l’età sono ancora molto attive e rappresentano un punto di riferimento sia a livello economico che familiare. Ecco perchè si dimostra sempre più rilevante trovare nuove proposte legate:
- agli stili di vita e al benessere
- alla prevenzione e alla sanità
La mancata attenzione a questi punti (stile di vita, benessere, prevenzione, salute) ha portato alla nascita di problematiche legate alle fragilità che la longevità comporta, a partire dai servizi socio-assistenziali e sanitari che evidenziano carenze e inadeguatezze delle risposte, come ad esempio quella abitativa.
I dati nazionali ci fanno capire inoltre che la speranza di vita è legata di fatto al reddito cittadino. Secondo un’indagine ISTAT, rispetto a un cittadino nella fascia di età compresa tra i 45 e i 64 anni – il SSN spende mediamente il doppio per uno della fascia 65-74 anni e il triplo per un over 75 (senza considerare le spese sanitarie a carico del cittadino tra farmaci non mutuabili, visite specialistiche e ricoveri a pagamento per evitare le interminabili liste di attesa al CUP). E’ evidente così come tra 15-20 anni la capacità di spesa di un over 50 non sarà la stessa, comportando gravi rischi per la salute e l’economia del paese.
La vera sfida è quindi quella di garantire alla silver age un invecchiamento sano, promuovendo politiche atte alla prevenzione, alla predittività e alla personalizzazione delle cure, incentivando la medicina di prossimità e un approccio diverso alla presa in carico del paziente, sia per ottimizzare tempi e risorse (con appropriati controlli programmati contestualmente alla visita ad esempio), sia per evitare inutili aggravamenti di salute (attraverso la prevenzione attiva, la medicina computazionale personalizzata e dispositivi digitali wearable per la salute).
Altro fattore fondamentale risulta essere il benessere psichico: l’isolamento e la depressione sono infatti una delle cause principali di fragilità nell’anziano, contribuiscono al decadimento cognitivo e quindi alla condizione di non-autosufficienza. Il cambio di vita dal lavoro alla pensione, la condizione psicologica che si innesca quando ci scopriamo malati e/o bisognosi di assistenza, la mancanza di risorse economiche per poterci curare, la mancanza di una rete familiare e di assistenza domiciliare adeguata conducono a uno scoraggiamento generale, a una lenta perdita di interesse nei confronti della vita e alla sensazione di essere inutili e/o un peso per gli altri, soli e demotivati. Allo stesso tempo, sostegno e soluzioni devono arrivare anche per garantire il benessere psichico dei familiari e dei caregivers degli anziani, che spesso si vedono stravolgere la vita con importanti ricadute a livello emotivo, lavorativo e familiare.
Una delle possibili soluzioni sembrano essere le formule di cohousing intergenerazionale, non solo per limitare l’isolamento sociale e dare un sostegno emotivo agli anziani, ma anche come soluzione per riconvertire un grande patrimonio immobiliare. Si stima infatti che in Italia l’82,3% delle persone siano proprietarie dell’immobile in cui vivono, ma che il 76,7% di questi immobili non sia predisposto per persone con disabilità.
Per chi invece necessita di assistenza sanitaria più complessa, la situazione non è migliore. I posti letto nelle residenze sanitarie non sono sufficienti a coprire il fabbisogno, i costi non sono accessibili a tutti e i contributi delle ASL limitati.
Il Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza – che ha promosso l’inserimento della riforma degli anziani nel PNRR – aveva elaborato una dettagliata proposta per avviare nel 2024 un piano di legislatura che attuasse progressivamente la riforma e cominciasse a operare per migliorare ciascuno dei principali ambiti del settore: assistenza a casa, strutture residenziali e contributi monetari, con un finanziamento sostenibile per le casse dello stato, pari a 1,3 miliardi nel 2024. Sfortunatamente, l’attuale versione della legge di bilancio, rende irrealizzabile questo piano. Almeno fino al 2025.
Di fronte a questa realtà c’è poco da chiedersi e molto da fare. La Silver generation è alle porte.
Mi chiamo Claudia Cinquini, ma tutti mi chiamano “la Claudina” perchè sono formato Bonsai. Sono una ragazza digitale classe 1985, infatti mi sono laureata in Informatica Umanistica all’Università di Pisa. Il mio sogno era rendere i contenuti digitali belli, semplici e comunicativi per gli utenti del web, poi il destino mi ha portato altrove.
Dal 2011 lavoro in una RSA, ho conseguito un Master di I livello in Management per le funzioni di coordinamento nell’area delle professioni sanitarie e adesso sono Coordinatrice in questo piccolo mondo. L’attenzione alla cura, alla salute e al benessere psico-fisico probabilmente erano già dei semi dentro di me e questo lavoro è stato il terreno giusto per farli germogliare. Sono anche Facilitatore Mindfulness e diplomata presso l’Università Popolare di Scienze della Salute, Psicologiche e Sociali come Consulente in Scienze Naturopatiche. Mi piacerebbe poter diffondere consapevolezza e informazione verso stili di vita più sani e orientati al benessere inteso in senso olistico, una fusione armonica di tutte le componenti della vita di una persona: quella biologica, psichica, sociale e spirituale per questo ho creato Live Mindfully, dove cerco di condividere le mie conoscenze e la mia visione.