Nella sezione Opera Prima trionfo di Gian Andrea Cerone con “Le notti senza sonno”
Con “La libreria dei gatti neri”, edita da Marsilio, Piergiorgio Pulixi vince l’edizione 2023 di GialloCamaiore. A Gian Andrea Cerone, invece, il primo posto nella sezione Opera Prima con “Le notti senza sonno” (TEA). Con questi verdetti si è chiusa la serata finale del rinato premio camaiorese di letteratura gialla, arrivato all’undicesima edizione dopo uno stop di dieci anni. Il Teatro dell’Olivo è stato la cornice perfetta per l’ultimo atto del concorso, che ha visto protagonista decisivo il voto dei 45 giurati popolari che, con il loro, voto, hanno incoronato le due opere.
Pulixi diventa perciò l’undicesimo vincitore di un Premio che vede nel suo albo d’oro autori gialli di assoluta fama: da Michele Giuttari a Maurizio De Giovanni, da Gianrico Carofiglio a Giancarlo De Cataldo passando per Donato Carrisi e tanti altri.
Il verdetto è stato netto. Per la sezione principale, Pulixi si è affermato con 26 voti, staccando gli altri due contendenti, Alessandro Robecchi (“Una piccola questione di cuore”, Sellerio) e Cristina Cassar Scalia (“Il re del gelato”, Einaudi), fermatisi rispettivamente a 10 e 7 preferenze. Nella sezione Opera Prima, il trionfo di Cerone su Davide Cossu con “Il quinto sigillo”, edito da Newton Compton (34 voti a 9).
Ospite d’onore della serata è stato lo scrittore e sceneggiatore Maurizio De Giovanni, impossibilitato a presenziare per un problema personale: ha voluto lo stesso salutare il numerosissimo pubblico dell’Olivo, collegandosi da remoto e allietando il pubblico con gli aneddoti di una grande carriera. Oltre alla letteratura gialla, resa viva anche grazie alle letture di passi delle opere finaliste a cura di Sandra Tedeschi, protagonista della serata è stata la danza, con la Keos Dance Project diretta da Stefano Puccinelli che ha intrattenuto il Teatro con il talento dei propri ballerini.
A tutti i finalisti è stata donata una formella realizzate da Laura Catalano. Il vincitore Pulixi è stato omaggiato con un dipinto di Domenico Monteforte.
Dott. Diego Venturini – Ufficio Stampa