“L’acqua è vita, l’acqua ci nutre. Non lasciare nessuno indietro.”
FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura)
L’acqua è il tema della Giornata Mondiale dell’alimentazione 2023. L’acqua rappresenta la risorsa naturale più importante per il mantenimento e lo sviluppo di ogni specie vivente, ma forse ci rendiamo conto troppo poco di quanto la qualità dell’acqua influisca sul cibo che mangiamo.
Come riporta il sito della FAO “ogni anno nel mondo muoiono oltre 420.000 persone e circa 600 milioni – quasi una su dieci – si ammalano dopo aver mangiato cibo contaminato. Il cibo contaminato ostacola lo sviluppo socioeconomico, sovraccarica i sistemi sanitari e compromette la crescita economica e il commercio.”
La qualità dell’acqua incide sulla qualità degli alimenti, ed è un aspetto importante da gestire lungo tutta la filiera, dalla produzione al consumo. Il cibo è per ogni essere vivente l’unica e fondamentale modalità per ricevere energia e nutrienti per la sopravvivenza. Un cibo malsano, non sicuro, impedisce l’assorbimento dei nutrienti fondamentali e indebolisce l’organismo. Troppo spesso ciò che mangiamo contiene livelli di tossine o microrganismi che possono danneggiare la nostra salute ed esporci a malattie.
L’agricoltura, gli allevamenti e la pesca sempre più intensivi alimentano un sistema di inquinamento che compromette gravemente la qualità dell’acqua. Secondo l’ultimo rapporto della FAO sullo stato delle risorse terrestri e idriche mondiali per l’alimentazione e l’agricoltura, “la qualità globale dell’acqua si sta deteriorando a un ritmo allarmante e le risorse terrestri e idriche in tutto il mondo sono a un punto di rottura.”
A livello globale, circa l’80% delle acque reflue viene scaricato nell’ambiente senza un trattamento adeguato e un terzo di tutti i fiumi, delta e affluenti in America Latina, Africa e Asia sono gravemente inquinati da agenti patogeni. Le malattie di origine alimentare sono spesso il risultato del consumo di cibo contaminato da acqua di scarsa qualità. Gestire la qualità dell’acqua nel contesto della sicurezza alimentare rende possibile la riduzione dell’esposizione ad agenti patogeni dannosi nell’acqua e nella conseguente fornitura di cibo. Questo è uno degli obiettivi della FAO e del programma “One Water One Health”: trovare strumenti in grado di garantire che il cibo venga prodotto e gestito in modo sicuro lungo tutta la catena di approvvigionamento.
Il ruolo dell’acqua e del sequenziamento dell’intero genoma nella protezione della salute umana, animale e dell’ecosistema
Tutti gli organismi (batteri, vegetali, mammiferi) hanno un codice genetico unico, o genoma. Conoscere la sequenza delle basi in un organismo permette di identificare la sua impronta digitale e cioè il suo DNA. Il programma “One Water One Health” promosso dalla FAO si basa proprio su questo: il Whole Genome Sequencing (WGS) è una tecnica scientifica in grado di leggere le informazioni genetiche, rilevare una sequenza distinta attraverso la quale riconoscere specifici microrganismi e rintracciare così eventuali agenti patogeni con una precisione prima impossibile. Attraverso questo strumento infatti, è possibile individuare in quale punto della catena alimentare il cibo è stato contaminato permettendo di andare all’origine – e alla causa – della mancata qualità del prodotto. Ponendo la qualità dell’acqua come base per la sicurezza alimentare attraverso una sorveglianza genomica del processo di produzione, i paesi e le istituzioni devono rendersi responsabili delle loro scelte politiche e delle azioni.
Comprendere le connessioni tra qualità dell’acqua e sicurezza alimentare significa salvaguardare la salute umana, attuare un’agricoltura sostenibile e migliorare l’impatto ambientale. Al momento la FAO sta conducendo questo progetto pilota in sei paesi del mondo, arriveremo mai a una visione globale condivisa?
Mi chiamo Claudia Cinquini, ma tutti mi chiamano “la Claudina” perchè sono formato Bonsai. Sono una ragazza digitale classe 1985, infatti mi sono laureata in Informatica Umanistica all’Università di Pisa. Il mio sogno era rendere i contenuti digitali belli, semplici e comunicativi per gli utenti del web, poi il destino mi ha portato altrove.
Dal 2011 lavoro in una RSA, ho conseguito un Master di I livello in Management per le funzioni di coordinamento nell’area delle professioni sanitarie e adesso sono Coordinatrice in questo piccolo mondo. L’attenzione alla cura, alla salute e al benessere psico-fisico probabilmente erano già dei semi dentro di me e questo lavoro è stato il terreno giusto per farli germogliare. Sono anche Facilitatore Mindfulness e diplomata presso l’Università Popolare di Scienze della Salute, Psicologiche e Sociali come Consulente in Scienze Naturopatiche. Mi piacerebbe poter diffondere consapevolezza e informazione verso stili di vita più sani e orientati al benessere inteso in senso olistico, una fusione armonica di tutte le componenti della vita di una persona: quella biologica, psichica, sociale e spirituale per questo ho creato Live Mindfully, dove cerco di condividere le mie conoscenze e la mia visione.