Perdonali non sanno quello che fanno! Caro Giacomo guarda che casino sono riusciti a fare! Ma tu voli alto.

Se non fosse per Lui, per la sua musica, la sua arte,  la sua drammaturgia , per il rispetto di quelle folle mondiali innamorate delle sue creazioni immortali sarebbe una comica pacchiana e di stile provincialistico. Lo Stato italiano ti aveva dedicato risorse importanti per celebrare degnamente il centenario dalla tua dipartita ma ha collezionato tali e tanti errori che ha trasformato e sta trasformando questo evento nella peggiore paccottiglia di paese.

A Presiedere il Comitato per il progetto delle celebrazioni è stata scelta una persona totalmente inadeguata e minuscola. Alla prova dei fatti, però, nessuno ha osato togliergli l’incarico. Dal Comitato si sono ritirate figure importanti e prestigiose fin da subito, le riunioni sono state segnate da scontri e discussioni a non finire e oggi, gran parte dei soldi messi a disposizione stanno bloccati nei cassetti, in attesa di un programma che sia tale. Le prime iniziative sommarie e limitate alla vigilia dell’anniversario- il concerto di Lucca e la Bohéme di Torre del Lago- la dicono lunga su cosa ci riserverà il futuro!

Si tiene a galla un personaggio inadatto e incapace solo per la fatica di un gesto riparatore. Lo potrebbe fare il Ministro della cultura o la premier Meloni. In fondo l’indicazione di Veronesi porta la firma di Draghi e del suo governo anche se nel frattempo il maestro Veronesi ha percorso tutto l’arco costituzionale, viaggiando con estrema leggerezza da sinistra a destra! Lo potrebbero fare i membri del Comitato dimettendosi in massa ma i Sindaci pensano prevalentemente a come far arrivare le risorse sul loro territorio: punto e basta. Se poi saranno spesi male, per eventi insignificanti, scollegati l’uno tra l’altro e privi di quella proiezione internazionale indispensabile cosa volete che importi a Giacomo Puccini? Pace all’anima sua! Un voto val più di cento messe… E quindi non lo si riesce a fare, nemmeno se serve a garantire il buon nome del Paese e di un grande musicista come Puccini.

Siamo proprio messi male caro Giacomo! Del resto la curvatura provincialistica della legge per le celebrazioni del centenario dà un peso spropositato ai territori rispetto a Puccini e ad un disegno nazionale ed internazionale di valorizzazione dell’artista. Cosa che poteva essere ovviata da una personalità di grande prestigio e di grande equilibrio alla guida del Comitato: la strada intrapresa però è andata purtroppo in tutt’altra direzione.  

Si dovevano e si dovrebbero ricercare le collaborazioni progettuali con i più grandi e importanti Teatri ed enti lirici,  con i molteplici centri di studio, con la casa Ricordi e con altrettanti musicologi ed esperti  italiani e mondiali; si dovevano e si dovrebbero vagliare le strutture che operano nei luoghi pucciniani per eccellenza chiedendo di fornire progetti e proposte adeguate, si sarebbe dovuto mettere mano al nanismo ed alla scarsa qualità progettuale del sedicente Festival Pucciniano attraverso un progetto di coordinamento e di sinergia tra le due Fondazioni- quella di Lucca e quella di Simonetta Puccini-, tra il  Centro Studi  Giacomo Puccini di Lucca , tra un teatro di tradizione- il teatro del Giglio di Lucca- , i beni pucciniani sparsi sul territorio e  un Festival Pucciniano-quello di Torre del Lago- che di questo, a parte proporre opere del Maestro, ha solo il nome. La cosa più grottesca è che di fatto le polemiche e gli atteggiamenti guasconeschi del Veronesi sono per lui tra le poche possibilità, che in altri modi non avrebbe – come direttore d’orchestra, organizzatore musicale e, non ultimo come uomo( qui purtroppo siamo rimasti ai caporali, come nel famoso film di Camillo Mastrocinque con Totò e Paolo Stoppa- di sbucare tra i media.

A me l’orchestra! Nella foto l’artista Federico Maria Sardelli in una creazione satirica a commento della esibizione bendata del Direttore Alberto Veronesi a Torre del Lago.

E mentre altri non sono stati visti arrivare il maestro Veronesi è inchiodato da anni alla cronaca per fatti poco edificanti, per le sue maldestre esternazioni o per quel fare dondolante tra un ritardato e un personaggio interessato alla bassa bottega. Che importa se si persegue il diritto alla cronaca in maniera poco edificante? Tanto basta per qualche contratto con qualche teatro minore, per organizzare scambi di artisti a livelli alquanto modesti.  Purtroppo questa riflessione devono farla anche i dirigenti e amministratori del centrosinistra che per molti anni lo hanno sostenuto, protetto, tenuto a galla con gravi ripercussioni sulla natura del Festival e su una gestione opaca e da piccolo cabotaggio a cui la manifestazione è approdata e sulla quale si è adagiata come in letargo. Ognuno, compreso il sottoscritto, dovrebbe fare un serio esame e, al di là di convenienze personali e politiche, ciascuno dovrebbe dirsi la verità allo specchio per poi decidere di prendere una strada giusta e riaprire un serio confronto sulla possibilità di dar vita, con e oltre il centenario, anzi approfittando e facendo tesoro di quest’ultimo, ad un grande progetto incentrato interamente sul Maestro Puccini.

Un esame lo si dovrebbe fare anche in Regione, Istituzione che sulla questione latita da anni e sfugge dalla responsabilità di metterci la testa e le mani come sarebbe necessario ed indispensabile. A Firenze ci si lava la coscienza con fior di contributi per pagare le rate del Teatro: tanto basta!

E’ su queste questioni che la storia dirà chi erano gli uomini e chi i caporali!

Restano sul tappeto le responsabilità del Festival Pucciniano, degli amministratori e della proprietà- il Comune di Viareggio- di aver mantenuto per tanto tempo, colpevolmente, per meri interessi di voto e per una politica fatta di  promozioni , tutele, servizi e scambi reciproci per finalità che con Puccini e con la dimensione di un Festival a lui dedicato avevano ben poco a che fare, fino alla annunciata rescissione di contratto di fronte alla indecenza della direzione mascherata della Bohéme e di una probabile riproposizione dello spettacolo di infimo cabarettismo alle recite successive.

Il Maestro Veronesi, con la complicità di molti giornali è stato abile – in questa abilità è sicuramente un’eccellenza di primo piano-a nascondere che come direttore ha partecipato a tutte le prove della Bohéme imputata senza sollevare nessuna obiezione o contestazione e che solo dopo i rimproveri del sottosegretario Sgarbi ha cercato di recuperare con una pagliacciata a sorpresa. L’altra abilità è sicuramente quella di spostare l’attenzione sulla regia e metterla in caciara, anche politica, dimenticandosi e cercando di non ravvivare la memoria del proprio passato ventennale di direttore artistico e musicale a Torre del Lago e di quante porcherie registiche- non solo registiche ma anche di spettacoli di qualità davvero bassa, costruiti male e senza programmi adeguati di prove, con cantanti improvvisati, con scollature evidenti tra coro, orchestra e cantanti- ha tollerato, consentito e in molti casi diretto: diretto male come sempre, ma almeno senza la fascia nera sul volto.

La questione delle regie e dei rapporti con la musica e la drammaturgia originale, che è un problema dell’attualità assai complesso, meriterebbe ben altro confronto e riflessione che non la baraonda sconclusionata e il polverone mediatico.

Caro Giacomo se l’inizio è questo, scoppiettante e indecente, come non avresti mai pensato potesse essere, in assenza di uomini e con un nugolo impressionante di caporali, le celebrazioni del centenario non lasceranno tracce se non quelle delle polemiche, delle recriminazioni ed anzi apriranno un grande corridoio alla cupidigia politico-localistica: non aggiungeranno niente di nuovo se non negatività.

Ma, caro Giacomo, tu voli alto e la tua grandezza non sarà sminuita né intaccata dalle beghe italiane e da quelle di provincia. Potrai esser sollevato dal fatto incontrovertibile che la tua Patria, ormai, è tutta l’umanità e questi caporalotti con tanto di galloni e mostrine luccicanti sulle spalle non sono che l’altra faccia della medaglia: la miseria umana.

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