Si è svolta in questi giorni a Roma al Senato la conferenza stampa del Comitato promotore per le celebrazioni del centenario dalla morte di Giacomo Puccini.
Che il lavoro impostato dal Presidente del comitato Alberto Veronesi sia alquanto posticcio è emerso subito dall’organizzazione dell’evento. In sala 7 o 8 persone tra cui solo un giornalista, nessuna grande testata nazionale né, tantomeno, quelle internazionali. Non erano presenti, contrariamente a quanto scrive La Nazione su cronaca locale, il Sindaco di Viareggio e il Presidente della Regione Toscana.
Le iniziative presentate sono solo una piccola parte che copre il 2023: un programma complessivo ancora non c’è, né c’è quello degli investimenti che dovrebbero essere già stati pianificati e decisi. Anche questo la dice lunga su come il Comitato ha gestito e sta gestendo il lavoro a cui l’iniziativa parlamentare dell’ex Senatore Marcucci, unitaria e coordinata con altri colleghi, aveva dato un notevole spessore e ottenuto risorse importanti da gestire in previsione di un evento così rilevante. E, diciamolo con franchezza, questa occasione poteva essere ghiotta per illustrare una progettazione che parlando al mondo intero identificasse una peculiare caratterizzazione dei luoghi pucciniani e riuscisse ad impostare, con caratteristiche nuove e solide, un lavoro futuro sul brand Puccini nei territori in cui il musicista è nato, ha composto e a vissuto fino alla morte nel 1924. Il sottosegretario Sgarbi nel suo intervento alla conferenza, non a caso, ha etichettato più volte l’iniziativa come “ inutile conferenza”.
Nell’introduzione il maestro Veronesi si è fatto prendere da un certo narcisistico rapimento e ha ricostruito le vicende delle manifestazioni più importanti, prima fra tutte il Festival Pucciniano di Torre del Lago, a modo suo. Ha fatto passare il Festival come una sua creatura. Non è così!
Anzi, nei vent’anni della sua direzione artistica il Festival è andato purtroppo perdendo progressivamente le caratteristiche che ne avevano decretato la nascita con l’esperienza di Sylvano Bussotti e dei successori fino alla fine degli anni novanta. A tenere viva una linea di Festival era stato il progetto di Scolpire l’Opera anche se su un piano diverso da quello Bussottiano. Veronesi se l’è presa con il Festival rossiniano che invece ha la struttura, la dimensione e la qualità di un vero festival d’autore mentre quello di Torre del Lago è tornato ad essere , nei fatti, una stagione di lirica minore e nemmeno tra le più qualificate. E’ imperniata sulle opere di Giacomo Puccini ma senza quegli ingredienti di ricerca, di qualità, di criticità, di programmazione e di originalità che sarebbero necessari ed indispensabili per diventare effettivamente un festival internazionale d’autore.
Tra le cose dette dal Maestro Veronesi molte imprecisioni e una ricostruzione alquanto poco veritiera: non è che prima del suo arrivo a Torre del Lago ci fosse un comitato locale di appassionati che gestiva le stagioni sul lago: c’era stata, per iniziativa del Comune di Viareggio e della Regione Toscana, una rottura con le precedenti esperienze e l’avvio di una impostazione di Festival a partire dal 1978. E il passaggio dei finanziamenti da Lirica minore a Festival riconosciuto partirono proprio dagli anni 80. Il merito della lievitazione della manifestazione va a Sylvano Bussotti che seppe tracciare le linee di un progetto che poi è stato purtroppo abbandonato. Così come davvero lacunosa o addirittura assente è stata la ricostruzione relativa agli impegni dei parlamentari locali e di numerosi loro colleghi per istituire finanziamenti specifici: vanno ricordati a tal proposito l’allora Senatore e Sottosegretario Paolo Barsacchi, il deputato Carlo Carli e il grande contributo nell’opera di promozione di una visione scientifica e critica delle manifestazioni da parte del senatore ed ex ministro Giovanni Pieraccini.
Insomma un evento che poteva, doveva e dovrebbe parlare al mondo, coinvolgere i punti più alti delle manifestazioni liriche internazionali, presentare un progetto caratterizzante e specifico per i luoghi pucciniani si sta trasformando in un’operazione di basso profilo e di carattere squisitamente provinciale.
La guida del Comitato affidata a Veronesi si è rivelata e si sta rivelando una scelta sbagliata, inadatta, non adeguata e foriera di un flop . La distribuzione a pioggia delle notevoli risorse disponibili su varie iniziative è sicuramente un fatto importante per le nostre zone, ma senza un progetto, una programmazione adeguata e una precisa scelta di priorità non sarà in grado di lasciare un segno profondo. Un segno profondo per una riforma del sistema musicale che sugli autori più importanti introduca finalmente una decisa curvatura e per aprire una prospettiva nuova a tutto il settore! Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino, siamo come in Svezia ai primi di febbraio: è notte quasi sempre!
E Vittorio Sgarbi, con tutte le intemperanze del caso, ha però dato una lezione importante, in primo luogo al maestro Veronesi, su cosa un Festival per Puccini dovrebbe essere e su cosa il Comitato da lui Presieduto avrebbe dovuto e dovrebbe fare : celebrare Puccini nei suoi luoghi seguendo una linea di rigore registico, musicale, di cura meticolosa dei particolari, con rigore filologico e senza stravolgimenti bislacchi. Come si fa a programmare nelle iniziative per il centenario, nei luoghi pucciniani per eccellenza e da parte di un sedicente Festival dedicato al grande compositore, una Bohéme ambientata durante il 68 francese ?
Come è possibile che il Presidente del comitato per le celebrazioni e Direttore d’orchestra Veronesi accetti di dirigerla e di inserirla nel programma del Comitato? Il Sottosegretario Sgarbi , senza giri di parole, ha reclamato la rinuncia da parte del maestro a dirigerla. Ci sarebbe ,in questo caso, da aprire un discorso sul conflitto di interesse tra svolgere l’incarico di Presidente di un Comitato siffatto e al tempo stesso essere il direttore d’orchestra di eventi programmati: perché si è scelto di inserire Bohéme nelle prime iniziative del centenario tra le diverse opere in programma a Torre del Lago quest’anno( guarda caso il direttore di quella rappresentazione è proprio il Veronesi)? Ma questo sarebbe un ulteriore capitolo già causa di diverse discussioni e dimissioni che ci sono state all’interno del Comitato.
Come si fa a promuovere la modernità di Puccini rispetto alla musica del suo tempo e agli sviluppi futuri e moderni? Sgarbi non c’è andato leggero e il direttore Veronesi a biascicato qualche ehm.. ehm, così come rigidamente silente è rimasto quando il sottosegretario gli ha ricordato il suo leggero trasmutare da sinistra a destra, fino a quella più spinta dal punto di vista politico che oggi, come ieri del resto in altre pose, aggiungiamo noi, lo rende privo di quell’equilibrio e quella terzietà che sarebbe necessaria in questi casi . Una lezione che dovrebbe comunque consigliare al Governo di dimissionare e sostituire il Veronesi quanto prima per evitare che una grande operazione su Puccini si trasformi, come l’inutile conferenza stampa, in una ridicola sagra del lupino a livello paesano. Tutti possono sbagliare e prendere abbagli, magari perché i cognomi sono importanti, così come abbagli sono stati presi dalle Amministrazioni di centro-sinistra sul suo conto nel passato senza che si intervenisse decisamente e inequivocabilmente. Qui , però, la questione è molto più seria e riguarda la credibilità del nostro Paese rispetto ad uno tra i suoi musicisti più importanti . Non è una questione politica o di schieramento ma ben altra : non si può affidare un incarico di grande responsabilità ad una persona inadatta, non dotata di quell’equilibrio e di quelle capacità di coordinare e dirigere un programma nazionale ed internazionale così importante in occasione del centenario della morte di Puccini. In questi casi si deve avere il coraggio di cambiare e prima possibile: lo si deve a Giacomo Puccini, a quello che ha rappresentato e tuttora rappresenta in tutto il mondo.
di Niclo Vitelli
Post Sciptum:
In matematica come nella vita pubblica e civile ci sono sempre le riprove. Immancabilmente la riprova per quanto scritto e per quanto sopra sostenuto è venuta il giorno dopo, a Lucca, dove il Sindaco aveva convocato una conferenza stampa per le celebrazioni . Tutti presenti – Sindaco , Presidente del Teatro del Giglio, l’organizzatore del Summer Festival e Beatrice Venezi che dirigerà l’orchestra nella serata inaugurale delle celebrazioni l’11 di Luglio a Lucca. Chi mancava senza giustificazione alcuna all’appello? Il Maestro Veronesi cioè il Presidente del Comitato Nazionale per le Celebrazioni Pucciniane. Anche il Sindaco di Lucca ha dovuto prendere atto che così è difficile pensare di andare avanti!
Niclo Vitelli( 1954) è stato Segretario della Federazione del Pci della Versilia,
Consigliere Comunale e Assessore a Viareggio, Presidente del Festival Pucciniano
negli anni Ottanta e ha fatto parte successivamente del Consiglio di Indirizzo della
Fondazione Festival Puccini di Torre del Lago, Capogruppo del Pci al Comune di
Seravezza e Consigliere dell’Associazione Intercomunale Versilia, Dirigente alle
Relazioni Industriali al Cantiere Navale Sec di Viareggio, responsabile del CTL di
Legacoop nella Provincia di Lucca, responsabile di Lega Pesca Toscana, responsabile
delle politiche concertative di Legacoop Toscana fino al Luglio 2019 e attualmente
ricopre l’incarico di Presidente del Comitato dei Garanti nazionale di Legacoop. Nel
1995 con Pezzini Editore ha pubblicato il Libro ‘C’eravamo tanto amati’, nel Luglio
del 2016 con Edizioni Clichy-Firenze Leonardo Edizioni ha pubblicato il libro ‘Un
bel dì vedremo-Il Festival di Giacomo Puccini. Cronaca di un’incompiuta’ e
nell’aprile 2021 con Cinquesensi Editore ha pubblicato il libro ‘Hop Frog Futuro
anteriore’. Vive a Piano di Conca nel Comune di Massarosa.