Anche la terza conferenza di servizi per il rilascio delle autorizzazioni per i nuovi piani estrattivi presentanti dall’azienda di Querceta sul Monte Altissimo si è conclusa con un nuovo rinvio al 22 maggio prossimo. ”L’azienda continua ad insistere per ottenere l’impossibile ma quel piano estrattivo, modificato più volte, è ancora talmente devastante da non poter essere né condiviso dal territorio e tantomeno approvabile dai soggetti istituzionali competenti al rilascio delle autorizzazioni che stanno dimostrando una pazienza infinita e pure esagerata”.
A dichiararlo è Rosario Brillante C.I. P.I.T. Seravezza (Comitato Indipendente per la Partecipazione l’Informazione e la Trasparenza). “La cosa grave – continua – è che il Comune di Seravezza utilizzando i decreti anti covid di sostegno alle imprese, il 28 giugno del 2022, dopo una prima proroga di 2 anni già varata del 2020 dalla precedente amministrazione, ha ulteriormente prolungato fino al 2 aprile 2024 l’attività nel bacino. Si scava regolarmente per la produzione di blocchi e non per la sistemazione e il rispristino ambientale o la conclusione dei piani precedenti come previsto dalle norme utilizzate per le proroghe.
La quantità del materiale estratto come è noto non è soggetta a nessun controllo da parte del Comune nonostante le prescrizioni di rintracciabilità indicate dalla legge regionale n. 56 del 5 agosto 2019. Quanti metri cubi di marmo sono stati estratti in questi ultimi 4 anni di proroga e cosa è consistita la sistemazione ambientale che ha giustificato le proroghe? Sfido chiunque a rispondere.”
Tutto questo accade – a parere del CIPIT – mentre l’azienda chiede nuovi progetti estrattivi “ che risultano non approvabili mentre agisce a mano libera e la devastazione è ormai visibile dalla pianura ad occhio nudo.
Il tutto su terreni che l’Henraux si guarda bene dal dichiarare nella sua effettiva disponibilità giuridica ai sensi di legge. Tutti lo sanno e fingono di non vedere.
Nei confronti dell’azienda – riprende Brillante – la politica locale e regionale sta adottando un atteggiamento profondamente sbagliato, privo di un progetto per il futuro, grazie al quale al privato viene lasciato un margine d’azione ampio e in sostanza incontrollato, nonostante gli sforzi di contenimento degli enti preposti al controllo.
Questo accade nel mentre il settore lapideo va ripensato in quanto non si potrà estrarre per sempre e i ritmi oggi sono troppo alti e non più compatibili con il territorio.
Il marmo deve necessariamente essere contingentato, quantificato nelle quantità e nei valori, portato a prodotto finito interamente in zona e tradotto in posti di lavoro. Le compatibilità ambientali e di sicurezza infine vanno rigorosamente rispettate. Chi sbaglia chiude e cambia mestiere. La svolta necessaria è questa. Punto. Ma chi ha amministrato non è mai stato capace di sviluppare una visione diversa di governo del territorio in quanto soggiogata dal fascino dell’impresa”.
E intanto si approssima la nuova udienza fissata per il 2 maggio presso il Tribunale degli Usi Civici che dovrà decidere sulla effettiva proprietà, civica o privata, dei terreni.
“Assisteremo probabilmente all’ennesima richiesta di rinvio della decisione del giudice – conclude Brillante – in previsione di ipotetica conciliazione che per quanto invocata non arriva da decenni: ma se le carte di questa partita le distribuisce, come accade da sempre, ancora l’azienda nessuna soluzione sarà pacificatrice.
L’idea del Sindaco Alessandrini, coerente con l’operato di chi lo ha preceduto, di cedere definitivamente le montagne versiliesi all’Henraux Spa è priva proprio della necessaria visione del futuro: si è tradotto per ora di fatto solo nell’accelerazione della distruzione immane alla quale stiamo assistendo da decenni di cui beneficia solo il privato per il tempo che riterrà utile allo svolgimento dei propri affari. Henraux spa vuole mano libera ed è ben disposto a pagare solo a condizione di comprare il futuro dei nostri monti e la condiscendenza della pubblica amministrazione.
E’ pura miopia non rendersene conto e non comprendere che la partita, se non è il solito bluff, si gioca su un altro piano: quello del cambiamento.”
A cura di Rosario Brillante