Perché la Tari a Camaiore è aumentata?
In Italia negli ultimi anni c’è stato un aumento dei costi nella gestione dei rifiuti. Dal 2014 ad oggi il costo annuale medio di gestione di 1 kg di rifiuti è passato da 165€/abitante a 195€/abitante.
Ciò a causa di alcuni fattori macroeconomici, in particolare l’aumento dell’inflazione e l’aumento dei costi dell’energia. Tuttavia questo non basta a spiegare il perché di un aumento così consistente: bisogna analizzare anche quello che succede nella nostra Regione.
La Regione Toscana infatti, a cui spetta il ruolo di Gestione e Regolazione dell’impiantistica, ha importanti criticità proprio sugli impianti di riciclo, di trattamento e smaltimento dei rifiuti. Insomma, nonostante un numero crescente di Comuni differenzino i rifiuti sempre di più e sempre meglio, la Regione non è riuscita a rimanere al passo.
In Toscana i costi di trattamento e di smaltimento dei rifiuti indifferenziati e differenziati sono tra i più alti d’Italia. Questi maggiori costi si riflettono poi sulla Tari, precisamente nella parte variabile.
Quanto incide quindi la Regione nel determinare la tassa?
Le voci di costo sopra citate determinano oltre il 50% del costo totale del servizio. Ecco perché la Toscana è in media la seconda regione d’Italia con il più alto costo di gestione dei rifiuti: 256€/abitante contro la media nazionale di 195€/abitante.
Come può un Comune garantire migliori servizi e l’abbassamento della Tari se la situazione regionale, su cui si fonda il fine vita dei rifiuti, è come sopra descritta?
Non si può nemmeno attingere da altre risorse per evitare di aumentare la tassazione: dal 2014 il servizio rifiuti deve essere coperto integralmente dalle entrate della Tari. Nessuna eccezione è possibile. Ecco perché i Comuni si vedono costretti a fare economie e sacrifici che in altre regioni non sono necessari.
I comuni della provincia di Lucca hanno portato il livello delle loro raccolte differenziate ben oltre la soglia del 70%. Camaiore e Massarosa sono stati tra i Comuni dell’ATO con livelli di migliore qualità della raccolta. Però, se dalla Regione non arrivano soluzioni, i nostri margini di manovra sono limitati.
Un esempio eclatante è quello della gestione dell’organico: a causa dell’insufficienza di impianti, i gestori esportano rifiuti verso Emilia Romagna, Veneto e Lombardia, compiendo viaggi da oltre 400 km con costi immaginabili e che potremmo abbattere sensibilmente se nel nostro territorio fossero presenti impianti adeguati e necessari per lo smaltimento, il riciclo e il recupero.
I comuni hanno comunque un margine di manovra che bisogna sfruttare appieno: è necessario ridurre i rifiuti. Dobbiamo incentivare la riduzione della produzione del RUR, poiché è il rifiuto più costoso da smaltire. Dobbiamo incentivare l’uso delle compostiere, per ridurre organico e verde che sono altri due rifiuti molto onerosi.
L’ Osservatorio Rifiuti Zero a cui daremo vita nel Comune di Camaiore giocherà un ruolo importante in questa partita. Cercherà di individuare e suggerire soluzioni e politiche possibili per il nostro Comune, sulle quali l’Amministrazione avrà la possibilità di avere un occasioni di confronto con Ersu, i Cittadini e le Associazioni interessate.
Non serve aspettare il futuro per raggiungere la sostenibilità. E’ oggi il momento giusto.
Sono convinto che abbiamo già gli strumenti per affrontare gran parte delle sfide e che i pochi mancanti non debbano immobilizzarci di fronte alle difficoltà.
Mi occupo di politiche locali, ambiente e sviluppo economico sostenibile.
Dottore in ‘Scienze Economiche per l’Ambiente e la Cultura’ e in ‘Scienze Politiche delle Relazioni Internazionali’. Co-fondatore ed ex presidente dell’Associazione ambientalista Insieme si può per Camaiore.
Consigliere Comunale di Camaiore del gruppo Rinnovamenti, del quale sono co-fondatore.
Delega consiliare su tema Rifiuti Zero, Presidente della Commissione Ambiente.