L’estate è ormai alle porte e le temperature aumentano. In pochi giorni abbiamo assistito ad aumento di diversi gradi centigradi che nelle città e nei centri urbani si fanno sentire maggiormente.
Ad esempio a Firenze il 15 maggio si registrano temperature medie di 3 gradi superiori rispetto alle cittadine nelle immediate vicinanze come Fiesole. Perché succede?
Cosa sono le “Isole di calore”
Nelle aree più urbanizzate, dove cementificazione e superfici asfaltate prevalgono sulle aree verdi, il calore si concentra e viene acuito anche dalla maggior concentrazione di traffico.
Questo microclima urbano è ormai un fenomeno ampiamente studiato e discusso che prende il nome di “isola di calore”.
Nelle aree più urbanizzate il caldo si concentra maggiormente rispetto alle aree verdi o alla campagna. Il maggior numero di edifici impedisce al vento di soffiare come nelle aree aperte ed è ormai più usuale vedere condizionatori accesi che finestre aperte per avere un po’ di sollievo.
Ma se il condizionatore beneficia il proprietario, lo stesso non si può dire dell’ambiente esterno, dove viene “scaricata” l’aria calda dell’edificio, contribuendo così al surriscaldamento dell’ambiente cittadino.
L’impatto del climatizzatore
Va tenuto conto che questa è una soluzione ad alto impatto energetico e climatico, i climatizzatori e ventilatori consumano 1/5 di tutta l’energia usata negli edifici in un anno, contribuendo massicciamente alle emissioni di gas climalteranti.
Quindi questo adattamento, che non è una soluzione, contribuisce all’origine del problema stesso su cui interviene.
Bisogna quindi pensare a prevenire le isole di caldo quanto più possibile. L’obiettivo è riuscire a diminuire l’accumulo di calore nelle città in modo da dover ricorrere meno alla soluzione del condizionatore, che, tra le altre cose, non tutte le famiglie possiedono o possono permettersi.
Una soluzione semplice ed economica: aree verdi
Una semplice ed economica soluzione sono, ovviamente, le aree verdi.
Infatti, secondo alcuni ricercatori, la naturale copertura offerta dagli alberi e dalla vegetazione riduce significativamente la temperatura della zona interessata: nelle zone urbane verdi, come i parchi o viali alberati, la temperatura registrata è dai 2°C ai 7°C inferiore rispetto alle zone limitrofe costruite. L’effetto, seppure con minore intensità, beneficia anche le aree circostanti alla zona verde.
La soluzione al problema de “l’isola di calore” passa quindi da una progettazione più attenta degli spazi cittadini:
- riduzione delle superfici pavimentate, scure e impermeabili
- messa a dimora di alberi e vegetazione nei giardini degli edifici, nelle aree aperte come parcheggi, viali, giardini degli edifici pubblici
Una soluzione intelligente: edifici efficienti
Un’altra strategia per combattere l’effetto del caldo estremo è l’ efficientamento energetico degli edifici che d’estate è in grado di isolare l’ambiente dal caldo esterno e, in inverno, evita la dispersione di calore.
Uno studio su diversi tipi di pareti isolanti ha calcolato che possiamo risparmiare fino al 50% di energia, mentre con i doppi vetri dal 13 al 50%, grazie ad una maggiore efficienza termica.
Tutto questo permette di ridurre drasticamente l’utilizzo dei condizionatori e di conseguenza di risparmiare energia, che sarà sempre più preziosa. Ricorrendo meno a quella soluzione che, come detto, contribuisce intensivamente al surriscaldamento dell’area urbana.
Temperature estreme in arrivo
Le nostre città e i centri urbani vedono sciogliersi al sole le comodità e i servizi quando d’estate non riusciamo a garantirne la vivibilità, con conseguenze negative sulla qualità della vita, salute, turismo, produttività lavorativa e socialità.
C’è bisogno di una nuova modernità che passi dalla semplicità del verde.
Fonti: Optimizing green space locations to reduce daytime and nighttime urban heat island effects in Phoenix, Arizona – Y. Zhang, A.T. Murray, B.L. Turner II
“Effect of thermal insulation on energy efficiency of the building envelope-semi dry climates” – Nadia Nait, Fatiha Bourbia, Yasmina Bouchaham
Consumo energetico : Istat 2021
Non serve aspettare il futuro per raggiungere la sostenibilità. E’ oggi il momento giusto.
Sono convinto che abbiamo già gli strumenti per affrontare gran parte delle sfide e che i pochi mancanti non debbano immobilizzarci di fronte alle difficoltà.
Mi occupo di politiche locali, ambiente e sviluppo economico sostenibile.
Dottore in ‘Scienze Economiche per l’Ambiente e la Cultura’ e in ‘Scienze Politiche delle Relazioni Internazionali’. Co-fondatore ed ex presidente dell’Associazione ambientalista Insieme si può per Camaiore.
Consigliere Comunale di Camaiore del gruppo Rinnovamenti, del quale sono co-fondatore.
Delega consiliare su tema Rifiuti Zero, Presidente della Commissione Ambiente.